Peschiera del Garda, dopo la maxi rissa salta il raduno bis: i ragazzi disertano l’invito su TikTok
Alle 10 le volanti di carabinieri e polizia locale sono già ferme sui due lati del lungolago di Peschiera, sul basso Garda. Dopo i disordini che giovedì 2 giugno hanno sconvolto la cittadina lacustre in provincia di Verona, per sabato 4 giugno l’allerta è massima e non solo in riva al lago. Dalle stazioni di Milano, Bergamo, Brescia, Verona e Padova i controlli delle forze dell’ordine sono rafforzati, gli agenti girano con i cani antidroga e monitorano gli accessi ai treni regionali, dove solo due giorni prima avevano viaggiato centinaia di ragazzi, tutti tra i 15 e i 18 anni, per raggiungere Peschiera e accalcarsi sulle spiagge, libere e non
Il barista in mezzo alla lite
Ma l’orda di adolescenti non c’è, nonostante sui social, anche o forse per l’eco mediatica della vicenda, qualche tiktoker abbia rilanciato l’invito: “4 giugno, ancora a Peschiera!”. Che la proposta sia caduta nel vuoto lo si capisce già verso mezzogiorno: “Due giorni fa a quest’ora eravamo già invasi – dice a Fanpage.it Mattia Ballarini, gestore del lido dei pioppi e barista sul lungolago -. In un primo momento si erano messi sulla spiaggia libera, poi, non trovando più posto, hanno iniziato a invadere anche i lettini e gli ombrelloni a pagamento. Abbiamo cercato di mandarli via, ma erano in troppi. Il vero disastro però – continua il gestore – è avvenuto nel pomeriggio. A un certo punto mi sono trovato tra due gruppi di ragazzi che litigavano, il mio chiosco era nel mezzo. Scappavano l’uno dall’altro e decine di ragazzi li inseguivano solo per riprenderli con il cellulare”.
Sassi e sdraio come scudi
“Quando mi sono reso conto di essere in trappola – ricorda Ballarini -, con mia moglie mi sono chiuso nel chiosco, da dentro sentivamo che ci lanciavano addosso i sassi e quando è arrivata la polizia hanno usato le sdraio come scudi. Abbiamo avuto paura, anche perché questa è una zona frequentata da famiglie e bambini, in genere c’è calma”. Non è dello stesso avviso Michele, un ragazzino che il fine settimana viene spesso sul Garda con gli amici: “Prima era un posto tranquillo, ma da quest’anno è un disastro – dice a Fanpage.it – quello che hanno fatto l’altro giorno è da animali e non è normale dover avere paura di venire al lago per divertirsi”.
Musica, bagni e un po’ di amarezza
La giornata di sabato prosegue senza intoppi. Qualche gruppo di ragazze e ragazzi c’è, ma si limita ad ascoltare musica, fare il bagno e prendere il sole. “Eravamo qui anche l’altro giorno – racconta a Fanpage.it Sofia -, ci siamo spaventati, perché a un certo punto abbiamo visto anche del fumo, ma oggi abbiamo deciso di tornare lo stesso, fa caldo e vogliamo divertirci”. Accanto a lei arriva il commento di una cliente abituale del lido: “Le baby gang rischiano di mandare in fumo gli sforzi di anni in cui i gestori di queste spiagge si sono impegnati per mantenerle pulite e decorose, è un peccato”.
Il tiktoker: “Non ci vado più”
Il caos, in realtà, non ha toccato solo le sponde del lago, ma anche quelle, opposte, dell’opinione pubblica, divisa tra chi condanna il disordine provocato da alcuni gruppi di ragazzi decisamente sopra le righe e chi punta il dito contro le forze dell’ordine che, come testimoniano alcuni video pubblicati sui social, hanno usato i manganelli con generosità. Fanpage.it ha contattato uno degli organizzatori del raduno, che dal suo canale TikTok invitava i seguaci a contattarlo su Instagram per avere informazioni. E alla fine ci ha detto: “Non ci vado più”.