Arresti tra ultras di Milan e Inter

Perse l’occhio per un pugno di Luca Lucci, gli amici di Virgilio Motta: “Colpito per uno striscione”

Elena Berna e Massimiliano Rizza, consigliera e presidente dell’Inter Club “Banda Bagaj”, a Fanpage.it ricordano l’amico Virgilio Motta che durante un derby a San Siro ha subito un’aggressione da Luca Lucci (Curva del Milan) e ha perso la vista a un occhio. Lucci venne condannato in Tribunale. Virgilio purtroppo qualche anno dopo si tolse la vita.
A cura di Giorgia Venturini
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A sinistra Elena Berna e Massimiliano Rizza, a destra Virgilio Motta
A sinistra Elena Berna e Massimiliano Rizza, a destra Virgilio Motta
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"Voleva essere un trascinatore. Si è sempre speso per chiunque. Ci dispiace averlo conosciuto che eravamo già grandi". Elena Berna e Massimiliano Rizza ricordano l'amico Virgilio Motta che durante un derby a San Siro ha subito un'aggressione da parte della Curva del Milan e ha perso la vista a un occhio. Elena, Massimiliano e Virgilio sono tifosi dell'Inter Club "Banda Bagaj", un gruppo pensato per le famiglie appassionate neroazzurre. Allo stadio si ritrovano con adulti e bambini a tifare. E precisano: "Con gli ultrà non c'entriamo nulla".

Luca Lucci, capo ultrà milanista, per quell'aggressione, venne condannato a 4 anni e 6 mesi. Ora è in carcere per l'inchiesta Doppia Curva. Virgilio Motta qualche anno dopo si suicidò ("per altri motivi" spiegano i suoi amici), certo è che quel giorno subì una violenta aggressione. A Fanpage.it Elena e Massimiliano, consigliera e presidente della "Banda Bagaj", ricordano il loro amico e quei terribili fatti.

Cos'è la  Banda Bagaj?

Nasce nel 2006, da un'idea mia e di Virgilio Motta. Avevamo deciso di dar vita a un Inter Club dedicato ai bambini. Infatti la parola Bagaj significa ‘ragazzini, bambino' in dialetto milanese. Perché in quegli anni sia io che lui avevamo appena avuto i nostri primogeniti. Abbiamo pensato a questo Inter Club per cercare di colorare lo stadio, anche se non eravamo parte della Curva dell'Inter. Così dal 2005, e fino a quando Virgilio è venuto a mancare, ho quasi sempre vissuto con lui.

Dove siete collocati allo stadio? 

Noi siamo al secondo blu. La zona proprio dietro la porta. Di fronte alla Curva dell'Inter.

Cosa ricordate di quel derby del 15 febbraio del 2009? 

Giocava in casa l'Inter. Eravamo al primo blu quindi avevamo sopra la testa la curva del Milan, che fece una coreografia con un telone un po' troppo lungo. Questo arrivò alla portata dei tifosi del primo anello, che erano tutti interisti. Non era quindi su di noi che invece eravamo seduti nelle prime file.

Altri tifosi (non noi della Banda Bagaj quindi), vedendo lo striscione a portata di mano, hanno iniziato a tirarlo giù e a strapparlo. Rovinandogli tutta la coreografia. Questo non è stato preso bene dai milanisti, che sono scesi impugnando già le cinture. Alcuni a viso coperto, alcuni no. Hanno iniziato a cercare noi della Banda Bagaj, come se fossimo stati noi a strappargli lo striscione della coreografia. Non ho capito come fecero a entrare nel primo anello blu. Gli steward all'entrata non li fermarono. La partita era iniziata da pochi minuti.

Noi lì per lì, essendo tutta gente non avvezza alle risse, siamo rimasti tutti seduti. A un certo punto però hanno iniziato a strappare il nostro striscione e in quel momento alcuni di noi si sono alzati per impedirlo. Tutto è stato molto veloce e siamo stati abbastanza conciati male. Anche perché eravamo solo in quattro o cinque che ci siamo alzati a tenere lo striscione.

Cosa ha fatto Luca Lucci in quella circostanza? 

Virgilio stava tenendo il nostro striscione quando gli è arrivato il pugno in faccia che gli ha tagliato completamente a metà il cristallino. É caduto a terra, aveva tutto l'occhio sanguinante. Non mi resi conto di tutto questo perché ero dalla parte opposta dello striscione a farmi prendere a pugni da un po' di loro. Si vede da un video. Virgilio ha perso la vista immediatamente.

Il fratello di Virgilio non ha fatto in tempo ad avvicinarsi per aiutarlo perché uno da dietro si è avvicinato e gli ha rotto il naso.

Quanti erano i tifosi del Milan? 

Una trentina, ma erano quelli più aggressivi. Probabilmente si immaginavano di avere davanti un gruppo ultrà spostato dalla Curva Nord e messo lì. Quindi quando sono scesi erano preparati a uno scontro tra gruppi ultrà. Quando infatti sono arrivati giù si guardavano in giro, ma non capivano con chi prendersela. Noi non appariamo come la gente della Curva. Ma loro non si sono fermati.

Allo stadio è arrivata l'ambulanza e ha soccorso Virgilio…

I medici hanno cercato di intervenire all'occhio la notte stessa. Ma non ha mai recuperato la vista.

Cosa vi ricordate del processo? 

Mi ricordo che noi cercavamo di andare a tutte le udienze. E allo stesso tempo la Curva Sud partecipava in massa anche loro a tutte le udienze a sostegno di Lucci e degli altri, perché erano cinque gli imputati. Alla lettura della sentenza, la moglie di Lucci era tra il pubblico e ha urlato a Virgilio: "Quei 140mila euro te li devi spendere tutti in medicine".

Quando è iniziato il processo non conoscevamo gli elementi della Curva Sud del Milan né tanto meno i loro precedenti. Sicuramente Lucci si rivelò un ‘personaggio'. Noi volevamo giustizia: avevano fatto delle cose che non andavano fatte. Alla fine del processo Virgilio la giustizia l'ha avuta, però da cittadino qualche domanda te la fai. Comunque questa è gente che reitera i reati.

Tu Massimiliano sei stato testimone in quel processo, dopo la sentenza hai mai visto di nuovo Lucci allo stadio? Hai avuto timore che ci fosse qualche ripercussione da parte sua? 

No, in realtà non ho più avuto modo di incontrarlo. Anche perché da quell'occasione lì non ci misero più al primo anello blu durante il derby. Io ero sereno. In quegli anni abbiamo ricevuto delle critiche dal mondo ultrà per esserci fatti tutelare dalla legge. Noi non aderiamo a nessun codice ultrà, noi siamo un Inter club. Per quanto ci riguarda, le dinamiche ultrà devono rimanere tra ultrà.

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