“Perquisizioni degradanti e sequestro di persona”: Extinction Rebellion denuncia le Questure di Roma e Brescia

Extinction Rebellion ha denunciato le Questure di Roma e di Brescia per "perquisizioni degradanti e arbitrarie, sequestro di persona e violenza privata". A renderlo noto è lo stesso movimento ambientalista internazionale sul proprio sito spiegando che queste azioni legali hanno avuto origine in seguito al trattamento a cui sarebbero stati sottoposti gli attivisti il 22 novembre 2024 a Roma e il 13 gennaio 2025 a Brescia. Secondo XR, nei due casi riportati "sarebbero state imposte misure coercitive e umilianti contro manifestanti pacifici in aperta violazione delle procedure previste dalla legge". Lo scorso luglio era stata già denunciata la Questura di Bologna.
Il letame scaricato a Roma davanti al Ministero dell'Interno
Il 22 novembre alcuni attivisti di Extinction Rebellion avevano scaricato quintali di letame in piazza del Viminale, sotto il Ministero dell'Interno. Gli ambientalisti avevano, poi, occupato l'area con le tende e srotolato uno striscione con la scritta ‘L’unica sicurezza che abbiamo è questo clima di merda‘. Quel giorno, le forze dell'ordine avevano prelevato 75 manifestanti per trasportarli agli uffici della Questura di Roma.
"Il trasferimento in Questura è previsto solo in caso di impossibilità di identificazione", scrive XR in un comunicato, "circostanza che non si verificava quel giorno dal momento che erano stati forniti i documenti di identità". Stando a quanto denunciato dal movimento, in Questura gli attivisti sarebbero stati "privati degli effetti personali, sottoposti a rilievi biometrici e trattenuti per 10 ore senza la redazione di alcun verbale che giustificasse quanto accaduto".
La protesta alla Leonardo di Brescia
Lo scorso 13 gennaio in via Lunga a Brescia, davanti alla sede di Leonardo Spa, era andata in scena una nuova manifestazione che ha bloccato l'ingresso dell'azienda al grido di "Leonardo distrugge popoli e terre". Anche in quel caso erano intervenute le forze dell'ordine che, dopo lo sgombero, aveva condotto 17 attivisti in Questura. Il movimento sostiene che "nessuno di loro si sarebbe opposto all'identificazione", ma nonostante questo sarebbero stati "trattenuti per nove ore e privati dei propri oggetti personali".
Inoltre, si legge ancora sul comunicato, "durante il fermo era stato impedito loro di contattare i propri avvocati e, ad alcune di loro, era stato ordinato di spogliarsi completamente e di eseguire degli squat". Una pratica che, spiega XR, sarebbe "prevista solo quando si abbia il legittimo sospetto che la persona nasconda armi o droga".