Perquisita un’azienda bresciana per irregolarità su bandi di gara, indagato il presidente: “Siamo tranquilli”
L'azienda Garda Uno con sede a Padenghe sul Garda, nel Bresciano, è stata perquisita dalla Guardia di finanza per presunte irregolarità nell'affidamento diretto di commesse pubbliche in via esclusiva da un'agenzia di Reggio Emilia nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Il presidente della società è stato iscritto nel registro degli indagati, ma i vertici di Garda Uno dicono di essere tranquilli e che offriranno "piena collaborazione agli inquirenti".
Le ragioni della perquisizione
Durante l'operazione "Leonida", condotta dalla Guardia di finanza su delega della Procura di Reggio Emilia, che ha coinvolto 26 società tra le province di Reggio Emilia, Parma, Verona, Brescia, Lucca, Livorno, Sassari, Roma e Siena, è stata perquisita l'azienda Garda Uno, società pubblica che opera nel settore ambientale nella zona del lago di Garda. Pare che il dirigente sia coinvolto in affari loschi con il presidente di un'azienda di Reggio Emilia, la Ecologia Soluzioni Ambiente spa,.
Nel decreto di perquisizione si legge: "Il dirigente, attraverso un rapporto collusivo instaurato con Enrico Benedetti, presidente della Ecologia Soluzione Ambiente spa, turbava i procedimenti amministrativi diretti a stabilire il contenuto di diversi bandi di gara, condizionando le modalità di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione". Per questo motivo sono stati controllati gli uffici di Garda Uno, ma anche l'abitazione del dirigente dove sono sotto sequestro eventuali documenti, file e dispositivi informatici forse utili alle indagini.
Alla fine dell'operazione "Leonida", sono stati iscritti nel registro degli indagati 14 dirigenti oltre a quello dell'azienda bresciana e sono stati notificati 14 avvisi di garanzia. Sono state eseguite 5 misure cautelari, di cui una ai domiciliari (il sopracitato Enrico Benedetti).
La risposta dell'azienda
I vertici della società bresciana Garda Uno hanno rilasciato delle dichiarazioni sulla vicenda: "Abbiamo offerto piena collaborazione agli inquirenti". E hanno aggiunto: "Abbiamo lasciato che facessero tutte le verifiche del caso rifiutando di farci assistere da legali. Siamo infatti tranquilli di aver agito secondo la legge e crediamo che la nostra posizione si chiarirà".
Secondo l'azienda bresciana, le irregolarità riguardano dei macchinari per compattare i rifiuti che hanno comprato dalla società reggiana sotto inchiesta. Garda Uno sottolinea che l'acquisto delle macchine è stato fatto "rispettando quanto previsto dalla normativa sul Codice degli appalti", ovvero "acquisti sotto soglia utilizzando la modalità della ‘manifestazione d'interesse', prevista dalla legge".