Perché Vittorio Sgarbi dovrà dimettersi da consigliere regionale in Lombardia (o da sottosegretario)
Vittorio Sgarbi dovrà dimettersi da consigliere regionale in Lombardia, se non vuole lasciare l'incarico di sottosegretario alla Cultura nel Governo di Giorgia Meloni. Ad averlo stabilito è lo stesso Consiglio regionale, che ha ritenuto i due incarichi incompatibili fra di loro. D'altronde l'ex critico d'arte ha, oltre a questi due, un'altra decina di incarichi in istituzioni pubbliche e private. E forse è proprio per questo che alla Camera dei deputati risulta fra i più assenteisti.
Sgarbi dovrà dimettersi da consigliere regionale in Lombardia
Vittorio Sgarbi ha massimo dieci giorni di tempo per presentare le sue dimissioni dal ministero della Cultura, se dovesse decidere che preferisce restare al Pirellone piuttosto che a Palazzo Ghici. Altrimenti la sua nomina al Consiglio regionale lombardo decadrà automaticamente e al suo posto entrerà Nicolas Gallizi, primo dei non eletti alla elezioni regionali per il partito di Maurizio Lupi, Noi Moderati.
Ed è molto probabile che Sgarbi decida proprio di restare al Ministero visto che – già prima delle elezioni – aveva preannunciato che poi avrebbe lasciato il suo posto al secondo classificato per numero di preferenze. E, nonostante questo annuncio poco incoraggiante, aveva comunque ricevuto ben 873 preferenze nella circoscrizione di Milano.
Tutte persone che, pur votandolo, erano quindi consapevoli che non avrebbe poi seduto in Consiglio regionale: il suo obiettivo, dichiarato da lui stesso, era infatti quello di ottenere un posto nella giunta di Attilio Fontana. E, per una poltrona da assessore, avrebbe valutato di lasciare quella da sottosegretario. Ma la proposta non è mai arrivata.
Anche in quel caso, tuttavia, avrebbe dovuto dimettersi da consigliere, visto che in Regione Lombardia è previsto che chi viene nominato assessore lascia il suo scranno nell'aula consiliare.
Sgarbi ha una decina di incarichi e molte assenze
Tuttavia non sarà una grave perdita per la Lombardia, visto che finora ha partecipato soltanto a una seduta del Consiglio regionale: quella di insediamento. E poi al Pirellone non si è mai più visto. Ma – a dirla tutta – non si vede tanto neanche a Montecitorio: attualmente risulta infatti il quarto deputato con più assenze. Avrebbe partecipato soltanto al 19.18% delle votazioni che si sono tenute finore.
Forse ha preso un po' troppi impegni, visti che attualmente – a prescindere dall'incarico in Regione Lombardia, che sta per lasciare – ha un'altra decina di ruoli: è sindaco di Sutri, nel Lazio, assessore alla Cultura di Viterbo; prosindaco di Urbino, commissario per le Arti di Codogno, presidente della Fondazione Ferrara arte, del Mart di Trento, del Mag di Riva del Garda e della Gypsotheca del Canova.