Perché un consigliere regionale della Lombardia si è tagliato una ciocca di capelli in aula
La storia di Masha Amini, la giovane morta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per aver indossato in modo scorretto il velo, ha mobilitato mezzo mondo e ora è sbarcata anche nella sala del Consiglio regionale della Lombardia. Michele Usuelli, consigliere di +Europa, si è tagliato una ciocca di capelli in solidarietà con le donne iraniane.
Il consigliere si è tagliato una ciocca di capelli
Usuelli è intervenuto in aula all'apertura dei lavori del Consiglio regionale di martedì 4 ottobre esprimendo la propria solidarietà nei confronti delle donne iraniane che nelle ultime settimane sono impegnate in una dura lotta per denunciare la controversa morte della 22enne curdo-iraniana.
Poi si è rivolto ai colleghi presenti in aula mostrando un paio di forbici e tagliandosi una ciocca di capelli. Usuelli ha invitato gli altri consiglieri a fare altrettanto, lasciando a disposizione le forbici per coloro che volessero unirsi.
Un gesto plateale quello del consigliere di +Europa che si unisce alle tante iniziative sorte nel mondo all'indomani della morte della giovane donna. Alla Triennale di Milano già da qualche giorno è possibile lasciare una ciocca dei propri capelli. Le ciocche verranno poi raccolte e consegnate al consolato generale della Repubblica Islamica dell'Iran "in segno di protesta contro gli omicidi e le violenze", ha fatto sapere la direzione in una nota.
Le proteste in Iran represse nel sangue
Masha Amini è stata arrestata il 13 settembre mentre era in vacanza con la famiglia a Teheran, capitale dell'Iran. La ragazza è stata accusata dagli agenti della polizia morale iraniana di non aver coperto integralmente i capelli con l'hijab, il velo islamico. Tre giorni dopo Amini è morta e secondo la versione ufficiale delle autorità la causa sarebbe stata un infarto.
La famiglia e le organizzazioni per diritti umani iraniane hanno invece accusato gli agenti della polizia morale di aver picchiato la ragazza e averle procurato un trauma cranico e poi il coma. Dopo la denuncia della famiglia si è scatenata un'ondata di proteste che ha portato nelle piazze del Paese migliaia di persone. Le forze di sicurezza iraniane hanno represso violentemente le manifestazioni: sarebbero già oltre 90 le vittime.