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Perché un certificato psichiatrico su Alessia Pifferi di tanti anni fa potrebbe cambiare le sorti del processo

“Alessia Pifferi quando era piccola era stata sottoposta a una visita psichiatra”: parla l’avvocata difensore che ora sta cercando di recuperare quella certificazione medica. Allora i dottori parlarono di un disturbo, cosa che nega invece la recente perizia psichiatra voluta dalla Corte d’Assise.
A cura di Giorgia Venturini
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Fonte: Fanpage.it
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Si cerca un certificato psichiatrico di tanti anni fa che attestò le problematiche intellettive di Alessia Pifferi. Secondo la difesa, quel certificato – ancora non recuperato dall'ospedale – potrebbe fare la differenza nel processo che vede imputata la donna accusa di aver abbandonato per giorni la sua bimba di 18 mesi in casa da sola provocandone la morte per stenti.

Al programma tv Mattino Cinque l'avvocata di Alessia Pifferi, Alessia Pontenani, ha precisato che l'imputata quando era piccola era stata sottoposta a una visita psichiatra che avrebbe attestato il bisogno della Pifferi, allora una bambina, all'insegnante di sostegno quando era alle elementari. "Quel certificato era stato a suo tempo consegnato alla famiglia, l'originale sarebbe stato dato ai genitori. Ora sto cercando di recuperarlo", ha spiegato l'avvocata in tv nella mattina di oggi martedì 2 aprile. Stando a quanto spiegato in trasmissione, l'imputata da piccola – sulla base di quanto avevano accertato i professionisti tanti anni fa – aveva subito un trauma a causa della morte a distanza di poco tempo dei due nonni che l'avevano cresciuta.

Già i giorni scorsi l'avvocata aveva precisato che "i docenti hanno sempre sottolineato un forte disturbo, presente fin dall'infanzia su Alessia Pifferi. Nelle carte dell'esame di terza media scrivono addirittura che Pifferi è portatrice di handicap". Per la difesa serve quindi questo primo certificato psichiatrico. Resta da capire però se questo certificato potrà cambiare le sorti del processo. Potrà mettersi in contrapposizione con la perizia superpartes svolta tra dicembre e febbraio dai periti coordinati dal professore Elvezio Pirfo: al termine della quale Alessia Pifferi era stata ritenuta capace di intendere e di volere quando ha lasciato la piccola a casa da sola per giorni. Dopo questa perizia si va verso la condanna all'ergastolo.

Per il dottor Pirfo Alessia Pifferi è affetta da alessitimia, una sorta di analfabetismo emotivo che le impedirebbe di riconoscere, distinguere ed esprimere emozioni o sentimenti, così come di provare empatia verso gli altri. Non una patologia, quindi, ma uno stato psicologico che ha fatto sì che Alessia Pifferi "tutelasse i suoi desideri di donna rispetto ai doveri di accudimento materno nei confronti della piccola Diana". La perizia ha anche accertato la sua dipendenza nei confronti degli uomini: avrebbe lasciato sola la foglia piccola per raggiungere il compagno.

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