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Perché un attivista di Ultima Generazione rischia un trattamento penale da boss di mafia

Simone Ficicchia, l’attivista di Ultima Generazione si è presentato in Tribunale a Milano per spiegare davanti al giudice perché ha gettato vernice sul Teatro alla Scala. Rischia la sorveglianza speciale, trattamento usato anche per i boss di mafia. Ma come è possibile questo paragone?
A cura di Giorgia Venturini
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Il pubblico ministero ha chiesto che venga ridimensionata la misura di prevenzione richiesta dalla Questura di Pavia nei confronti di Simone Ficicchia, l'attivista di Ultima Generazione che questa mattina si è presentato in Tribunale a Milano per spiegare l'imbrattamento con la vernice al Teatro alla Scala.

Nei suoi confronti il questore pavese aveva richiesto la sorveglianza speciale, una misura di prevenzione che prevede l'obbligo di soggiorno e che rientra nel Codice Antimafia. Provvedimento ritenuto da molti troppo eccessivo per un attivista ambientalista: primo tra tutti il pubblico ministero che in udienza oggi martedì 10 gennaio ha proposto invece una sorveglianza semplice, che non prevede dunque l'obbligo di dimora.

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Ma perché per un attivista ambientalista come Simone Ficicchia viene adottato il Codice Antimafia? Lo ha spiegato a Fanpage.it l'avvocata Ilaria Ramoni, esperta in diritto penale della criminalità organizzata e delle misure di prevenzione.

Chi applica la sorveglianza speciale?

Può essere proposta anche dal Questore, come nel caso di Simone Ficicchia, poi però si attiva un procedimento con il pubblico ministero e il Tribunale, sezione misure di prevenzione, deve decidere sulla sua applicazione se ci sono i presupposti.

Chi può essere destinatario di una sorveglianza speciale?

Una persona ritenuta socialmente pericolosa. Tra i requisiti infatti c'è la pericolosità sociale, che si può desumere, tra le altre cose, dalla presenza di precedenti di polizia, da avvisi orali del Questore e fogli di via disattesi e dalle frequentazioni. E ancora: perché si è indiziati di alcuni particolari delitti fra cui quelli finalizzati a sovvertire l'ordinamento dello stato (come potrebbe essere per il caso dell'attivista di Ultima Generazione)

Si applica il Codice Antimafia perché la sorveglianza speciale, come le altre norme di prevenzione, è confluita nel Codice Antimafia. Tutte le norme di prevenzione sia personali che patrimoniali sono contenute nel Codice Antimafia ma, come è noto, si applicano a tutta una serie condotte non solo a quelle strettamente mafiose.

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Chi può essere ritenuto socialmente pericoloso?

Chi è probabile continui a commettere reati, chi vive con i guadagni di proventi illeciti e chi è indiziato di delitti particolarmente efferati o di particolare allarme sociale.

Premesso che non conosco gli atti, e quindi con tutti i limiti del caso, nel caso di Ultima Generazione si potrebbe trattare della presenza di precedenti avvisi orali, fogli di via. Il collettivo si sarebbe reso protagonista di atti preparatori volti a sovvertire l'ordinamento dello Stato. Con le loro azioni in realtà, io credo non vogliano sovvertire l'ordinamento dello Stato, ma vogliono che lo Stato prenda velocemente delle decisioni che se no tarderebbe ad adottare. O non prenderebbe mai.

Ritiene che sia un provvedimento, anche solo proposto, un po' eccessivo?

Mi rendo conto che l'impatto sia evidentemente forte, soprattutto se si sente nominare il codice antimafia. Il pubblico ministero in udienza ha però chiesto l'applicazione della sorveglianza semplice quindi di una misura meno afflittiva rispetto a quanto proposto dal Questore.

In questi casi è complicato trovare la giusta misura tra garantire la libertà di opinione e tutelare la proprietà privata, la "cosa pubblica", il patrimonio artistico e l'ordinamento democratico dello Stato. In questo caso sono stati danneggiati simboli dello Stato che hanno un significato anche fortemente politico. Una sorta di "sollecitazione" a prendere decisioni. Non approvo il metodo ma il fine è condivisibile.

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