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Perché tutti questi morti da monossido di carbonio e come si possono evitare

Sono tante le morti per monossido di carbonio in Lombardia. Ultimo caso è quello della morte di Francesco Mazzacane. Ma perché tutte questi morti? Lo ha spiegato a Fanpage.it il dottor Marcello Ferruzzi referente del Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda Milano.
Intervista a Dott. Marcello Ferruzzi
Referente del Centro Antiveleni dell'Ospedale Niguarda Milano
A cura di Giorgia Venturini
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Immagine di repertorio
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Si chiamava Francesco Mazzacane l'ultima vittima da monossido di carbonio in Lombardia e in Italia. Nel sonno è rimasto intossicato e ucciso da questo gas inodore e invisibile. Solo pochi mesi prima i due colleghi Said Salah Ibrahim Abdelaziz, 25 anni, e Samir Mohamed Said, 29 anni, erano stati trovati morti in un container dove avevano dormito la notte. Sono stati uccisi da monossido di carbonio sprigionato dal braciere che avevano acceso per scaldarsi. Sono solo tre di una lunga lista di vittime per intossicazione di questo gas.

Ma perché tutte questi morti e come si possono prevenire? Lo ha spiegato a Fanpage.it il dottor Marcello Ferruzzi referente del Centro Antiveleni dell'Ospedale Niguarda Milano.

Che tipo di sostanza è il monossido di carbonio? 

Si tratta di un gas incolore, inodore e invisibile. Non è nemmeno irritante. Quindi è un gas di difficile individuazione. Non da segno di sé, tanto che in tossicologia lo si soprannomina killer silenzioso. In più con l'aria e quando l'ambiente è saturo, c'è il rischio che crei delle miscele esplosive.

Quando si forma questo gas?

Quando c'è una combustione incompleta di sostanze organiche in carenza di ossigeno. Qualsiasi cosa bruci in carenza di ossigeno può portare alla formazione di monossido di carbonio: legna, carbone, motore a scoppio. Si può diffondere nell'ambiente quando un sistema di scarico dei fumi è inefficiente.

Come avviene l'intossicazione?

Il gas viene facilmente assorbito attraverso i polmoni e passa nel sangue. Ha la caratteristica di legarsi all'emoglobina al posto dell'ossigeno. L'emoglobina è la molecola del sangue che trasporta l'ossigeno a tutti i tessuti dell'organismo e lega molto più facilmente con il monossido di carbonio rispetto all'ossigeno.

Quindi questo vuol dire che se l'emoglobina dovesse scegliere di legarsi all'ossigeno o al monossido, sceglierebbe il secondo. L'affinità dell'emoglobina per il monossido di carbonio è di oltre 200 volte superiore rispetto all'ossigeno. Quindi anche a basse concentrazioni nell'aria inspirata si è a rischio intossicazione.

Chi sono le persone più a rischio?

La sensibilità a questo tipo di intossicazione è maggiore in bambini, anziani e soggetti fragili.

Come ci possiamo accorgere della presenza di monossido di carbonio? 

Non abbiamo modo di sapere se in un ambiente c'è presenza di monossido di carbonio. A meno che non siano presenti nell'ambiente rilevatori specifici.

Quindi quali sono le misure di prevenzione? 

Servono sistemi efficienti di scarico dei fumi e un costante controllo dei sistemi di riscaldamento. Molto spesso si tratta di bracieri e camini: è necessario che ci sia una corretta eliminazione dei fumi.

Ci sono normative sulla manutenzione degli impianti che devono essere strettamente rispettate.

Quali sono i sintomi da intossicazione di monossido di carbonio?

I sintomi iniziali sono assolutamente sfumati: sono mal di testa, nausea e mancanza di forze. Si parla inizialmente di sintomi simili a quelli influenzali. Questo diventa molto fuorviante e rende difficile sospettare questo tipo di intossicazione nelle fasi iniziali.

Nelle fasi più avanzate si presentano sintomi neurologici, come confusione e brevi perdite di coscienza con cadute a terra. Se questi sintomi si presentano in ambienti chiusi in cui è presente un sistema di combustione, come ad esempio lo scaldabagno in bagno o cucina, si può ipotizzare che ci sia un problema legato allo scarico dei fumi.

Un elemento importante per diagnosticare l'intossicazione è la presenza contemporanea di questi sintomi in più persone che condividono lo stesso ambiente, come un nucleo famigliare o colleghi di lavoro). Bambini, anziani e animali domestici possono presentare sintomi più evidenti e più precoci.

Insomma, la diagnosi non è facile. Se l'intossicazione si protrae, i danni possono essere molto gravi: fino al coma, le convulsioni o la morte.

Danni neurologici possono presentarsi anche a distanza di tempo dall'esposizione ed essere permanenti. Una particolarità di questa intossicazione è il colorito rosso acceso del viso, che tuttavia compare tardivamente rispetto all'esposizione e può persistere anche dopo il decesso.

Molto spesso le morti per monossido di carbonio avvengono quando la vittima sta dormendo. Perché?

Perché una persona addormentata può non accorgersi dei primi sintomi, come un semplice mal di testa. E passare quindi allo stordimento alla morte.

Cosa si deve fare quindi quando ci sono i dubbi di una intossicazione di questo tipo?

La prima cosa da fare è aprire le finestre e uscire a prendere aria. Poi allertare i soccorsi.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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