Perché sono stati chiesti gli arresti domiciliari per Stefano Boeri: cosa sappiamo delle indagini
Secondo i pm Paolo Filippini, Mauro Clerici e Giancarla Serafini, l'architetto Stefano Boeri sarebbe tra i responsabili di una turbativa d'asta nel concorso per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, che dovrebbe essere realizzata a Milano entro il 2026. Stando a quanto sostenuto dall'accusa, l'archistar, che insieme al collega Cino Zucchi faceva parte della commissione incaricata di giudicare i progetti, avrebbe avuto "collusioni", cioè contatti preventivi, con gli autori del progetto vincitore, Angelo Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi (che erano anche ricercatori nel dipartimento universitario di Boeri e Zucchi), con "l'intervento" dell'architetto Pier Paolo Tamburelli. Contatti non denunciati dalle persone coinvolte e che la legge vieterebbe per evitare conflitti di interesse.
Tamburelli, in particolare, sarebbe stato "ripetutamente in contatto" con Boeri e Zucchi "durante l'iter di valutazione dei progetti in gara" nel 2022 "e nelle fasi immediatamente precedenti alla scelta del concorrente vincitore". Prova di queste comunicazioni sarebbero, secondo gli investigatori, alcune chat che i professionisti si sarebbero scambiati su Telegram e Whatsapp, con oggetto l'esito della gara. Un esempio sarebbe un messaggio che Tamburelli avrebbe inviato a Zucchi e Boeri con la determina con cui il Comune li ha nominati commissari della gara. Una comunicazione che dimostrerebbe, secondo i pm, l'interesse dell'architetto ad avere i due colleghi alla testa del concorso.
Tra le chat scoperte dagli investigatori anche una risalente ai giorni successivi all'assegnazione dell'appalto, quando Floridi avrebbe mandato a Zucchi un messaggio con scritto: "Evviva!!! grazie!!!!". A questa si aggiunge una chat di gruppo, nella quale partecipano anche Lunati e Tamburelli, chiamato "viale Molise", una "delle vie lungo cui sorgerà la Beic". Sotto la lente degli investigatori ci sono infine alcune foto, secondo l'accusa allusive e goliardiche, scambiate tra Zucchi e Tamburelli: un libro con dentro un ventaglio di biglietti da 50 euro e la foto di un tycoon che ridendo maneggia banconote.
Sulla base di questi presupposti, gli inquirenti avrebbero ipotizzato "conflitti di interesse tra i commissari di gara e alcuni partecipanti del concorso", con "l'esistenza di relazioni radicate" e "contatti" anche durante i "lavori della commissione giudicatrice". Da qui la richiesta, avanzata dalla Procura di Milano, della misura cautelare degli arresti domiciliari per gli architetti Stefano Boeri, Cino Zucchi e Pier Paolo Tamburelli. Il giudice per le indagini preliminari Luigi Iannelli ha fissato gli interrogatori preventivi per il 4 febbraio e dovrà pronunciarsi anche sulle richieste di misure interdittive della professione per gli architetti Angelo Lunati e Giancarlo Floridi.
Il gip ha già respinto, nel frattempo, le richieste interdittive per Manuela Fantini, anche lei in rapporti di "collaborazione" con Boeri, e Andrea Caputo, progettista che arrivò terzo, e ha bocciato una richiesta di sequestro a carico di Boeri e degli altri indagati per oltre 5 milioni di euro.