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Perché potrebbe essere revocata l’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Berlusconi

Nove Comuni della Lombardia hanno annunciato che presenteranno ricorso al Tar contro l’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi. L’avvocato Matteo Pellacani ha spiegato in un’intervista a Fanpage.it quali sono i requisiti affinché questo venga accolto.
Intervista a Matteo Pellacani
Avvocato
A cura di Enrico Spaccini
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L'aeroporto di Malpensa è stato intitolato ufficialmente a Silvio Berlusconi lo scorso 11 luglio 2024. Lo ha stabilito un'ordinanza di Enac (l'Ente nazionale per l'aviazione civile), che ha approvato la richiesta avanzata da Regione Lombardia all'incirca un anno fa. Questa decisione, però, ha sollevato diverse polemiche, soprattutto di carattere politico, che hanno portato due giorni fa i rappresentanti di nove Comuni (Arsago Seprio, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Ferno, Golasecca, Lonate Pozzolo, Samarate e Vizzola Ticino) ad annunciare il ricorso al Tribunale amministrativo regionale sostenendo di essere stati "ignorati" dal governo. L'avvocato Matteo Pellacani ha spiegato in un'intervista a Fanpage.it quali sono le condizioni necessarie affinché il ricorso venga accolto.

Matteo Pellacani (foto da Facebook)
Matteo Pellacani (foto da Facebook)

Questo ricorso al Tar potrebbe veramente portare a un annullamento dell'intitolazione dell'aeroporto a Berlusconi?

Bisogna sottolineare che il ricorso al Tar deve avere precise caratteristiche che sono stabilite dalla legge. Innanzitutto si deve valutare se c'è una lesione dei diritti soggettivi, o comunque di situazioni giuridiche soggettive tutelate dall'ordinamento giuridico, nei confronti di questi Comuni.

Una volta accertato questo, si deve inquadrare la fattispecie in uno dei tre motivi tipici di ricorso al Tar: l'eccesso di potere, l'incompetenza e il vizio di forma.

Perché i Comuni possono sostenere di essere stati lesi da questa decisione?

Al di là della motivazione politica, che non deve essere considerata, si deve fare una valutazione di tipo giuridico. Questi Comuni sostengono di essere stati lesi in quanto non sono stati direttamente coinvolti nella decisione presa dal governo, nonostante rientrino, anche a livello geografico, in un'area che è interessata dall'aeroporto di Malpensa.

Anche il sindaco di Milano ha lamentato di non essere stato interpellato nell'adozione di questo provvedimento. Se riescono a dimostrare che c'è stata una lesione di situazione giuridica di privati, allora hanno risolto il primo problema.

Chi decide in merito all'intitolazione di un aeroporto?

Nel caso di Malpensa, la richiesta era stata votata e avanzata dal Consiglio regionale della Lombardia. Poi la pratica è passata all'Enac, che a sua volta ha votato e approvato la proposta. Si fosse parlato dell'intitolazione di, per esempio, una strada, altri soggetti avrebbero preso parte all'iter, come il prefetto della città o il ministero dell'Interno.

L'aeroporto, ai sensi del Codice della navigazione, è gestito da Enac, che è società concessionaria dello Stato. In questo caso, non è stato acquisito il parere dei Comuni interessati e questo può essere interpretato come una violazione del principio di contraddittorio. Tuttavia, chi presenta il ricorso deve comunque provare l'esistenza di un reale interesse e che il fatto di non essere stato coinvolto abbia leso un diritto o di un interesse legittimo.

Infine, per presentare il ricorso i Comuni devono individuare la fattispecie. Secondo lei, quale potrebbe essere la più appropriata?

Come detto, il ricorso al Tar è previsto per casi specifici: il vizio di forma, l'incompetenza e l'eccesso di potere. Il vizio di forma fa riferimento alla motivazione, cioè se un atto non è correttamente motivato. Di solito, quando viene fatta una proposta di questo tipo viene poi motivata dai dei legali, quindi è difficile che possa esserci un vizio di forma.

Per quanto riguarda l'incompetenza, mi sembra plausibile ritenere che Enac abbia facoltà di decidere in merito non solo alla gestione dell'aeroporto, ma anche alla sua intitolazione. Dal momento in cui c'è una maggioranza in consiglio che ratifica una proposta, è chiaro che di fatto l'ordinanza ha validità.

Mi viene da pensare che si potrebbe provare ad articolare il ricorso sulla base di un eccesso di potere. Se i Comuni riuscissero a dimostrare che c'è stata una disparità di trattamento nel non essere stati considerati, si potrebbe provare l'eccesso di potere.

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