Perché per il Milan l’ipotesi del nuovo stadio a San Donato Milanese è più concreta di un secondo San Siro
Il Milan per il secondo anno consecutivo ha registrato un bilancio positivo e ora si appresta a premere sull'acceleratore nella questione stadio. Al termine dell'assemblea degli azionisti che si è tenuta ieri, lunedì 28 ottobre, il presidente Paolo Scaroni ha ribadito che un impianto di proprietà della sola società rossonera è ancora il piano principale: "Il progetto San Donato resta al centro della nostra strategia", ha dichiarato alla stampa, aggiungendo di mantenere ancora "un certo tasso di preoccupazione" per quanto riguarda San Siro.
Solo una settimana fa, infatti, l'approvazione da parte della politica di livello nazionale dell'ipotesi di uno stadio unico accanto al ‘Meazza' presentata da Milan e Inter sembrava aver avviato il problema stadio verso una soluzione attesa ormai da cinque anni. Intervistato da Fanpage.it, l'avvocato esperto di diritto civile e diritto sportivo Felice Raimondo spiega perché, ad oggi, la costruzione di un impianto a San Donato Milanese resta il progetto principale per il Milan, mentre gli ostacoli presentati da San Siro sono ancora tutti da affrontare.
Il Milan ha già investito 40 milioni di euro su San Donato Milanese ed è pronta a spenderne altri 15. Significa che andare via da San Siro è qualcosa di più concreto di un’ipotesi, o siamo ancora in una fase in cui tutto può cambiare da un giorno all’altro?
A mio avviso l'investimento a San Donato è indicativo del fatto che l'ipotesi principale per la società, come confermato anche da Scaroni, è lo stadio fuori Milano. Ipotesi assolutamente concreta e che diventerà definitiva quando l'accordo di programma si concluderà tra la primavera e l'estate del 2025.
L’area San Francesco individuata per la costruzione dello stadio è stata transennata. L’inizio dei lavori è imminente o l’iter burocratico è ancora lungo?
Attualmente ci troviamo in piena VAS (Valutazione Ambientale Strategica) con la Conferenza dei Servizi che verrà convocata a breve. Questa fase, la più importante di tutto l'accordo di programma, dovrebbe terminare entro marzo-aprile 2025. Chiusa la VAS, si vedranno le bandiere a scacchi del traguardo finale, che potrà essere tagliato entro l'estate 2025 con la firma dell'Accordo di Programma e la successiva ratifica da parte del Comune di San Donato.
Quali sono gli ostacoli più importanti per la realizzazione di un secondo stadio a San Siro che invece a San Donato non si presenterebbero?
La sostenibilità economica dell'opera da parte dei soggetti istanti (quindi Milan e Inter) dato che, in base alle indiscrezioni, l'Agenzia delle Entrate valuterebbe circa 200 milioni le aree e lo stadio di San Siro. Infatti, anche se parliamo di una cifra al lordo dato che potrebbero essere decurtate alcune spese come ad esempio la demolizione, si tratterebbe di un esborso aggiuntivo che le società dovrebbero sopportare per diventare proprietarie effettive dell'impianto e delle aree limitrofe.
Tutto questo potrebbe comportare il mancato raggiungimento dell’Equilibrio Economico-Finanziario del progetto, che ha già dovuto far fronte a numerosi compromessi imposti dal Comune di Milano (le 16 condizioni della Delibera di GC n.1905 del 8.11.19), tra i quali la riduzione dell'indice di edificabilità.
Ma non solo: c'è un problema di tempistiche, tutt'altro che chiare, a loro volta legate al tipo di procedura amministrativa da seguire, cioè se continuare con l'iter già avviato o iniziarne uno nuovo per la dismissione degli immobili, dato che fino ad oggi le delibere del Comune di Milano si sono basate sulla concessione del diritto di superficie e non sulla vendita delle aree e dello stadio.
Infine, non da ultimo, vi è un possibile problema legato all'acustica e, quindi, ai limiti di decibel verso via Tesio, come già indicato anche nelle relazioni depositate in Comune. Aspetto, questo, molto sentito dai residenti di quella via che si troverebbero lo stadio a poche decine di metri di distanza.
Cosa è cambiato rispetto al 2019?
Rispetto al 2019 vi è maggiore chiarezza sul vincolo che scatterà nell’estate del 2025. Ma restano intatti gli altri problemi.
C’è chi sostiene che il progetto San Donato, e in misura minore Rozzano per l’Inter perché ancora in alto mare, sia solo uno stratagemma per prendere tempo oppure per avere più potere nei confronti dell’amministrazione comunale milanese. Potrebbe essere realmente così?
A mio avviso chi stanzia 55 milioni, e parlo del Milan, non lo fa per ottenere semplicemente una posizione di vantaggio strategica. Un investimento di quel tipo è chiaramente legato a una precisa volontà di costruire uno stadio altrove. Ragionamenti diversi, invece, potrebbero farsi per chi non ha ancora avviato procedure amministrative fuori Milano.