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Opinioni

Perché non importa a nessuno di una donna stuprata mentre il compagno è costretto a guardare

Una donna romena di trent’anni è stata violentata a turno da due uomini mentre il compagno è stato picchiato e costretto a guardare: è successo a Milano. La notizia, nonostante la brutalità dell’aggressione, sta facendo molto meno rumore di altri casi simili. I motivi di questo silenzio non possono che essere due: l’assuefazione e la nazionalità delle vittime.
A cura di Ilaria Quattrone
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Domenica 24 luglio a Milano, in zona Lorenteggio, una donna romena di trent'anni è stata violentata da due sconosciuti. Con lei c'era anche il fidanzato, anche lui romeno, che è stato tenuto fermo da uno dei due aggressori mentre l'altro si avventava sulla compagna. Una violenza che – così come tante altre – è stata brutale, ma che rispetto alle altre sta facendo meno rumore nonostante le modalità con cui è avvenuta. Viene quindi da chiedersi come mai un episodio simile non sdegni l'opinione pubblica.

I motivi di questo silenzio non possono che essere due: l'assuefazione e la nazionalità delle vittime.

L'elevato numero di violenze sessuali – a Milano uno degli ultimi report della Prefettura sui reati in città nel 2021 aveva mostrato una crescita di stupri e abusi – ha scatenato una sorta di assuefazione. Abituati a leggere e sentire di episodi simili, ci siamo anestetizzati emotivamente: la percezione è che più nessuno provi neanche ribrezzo o rabbia.

Il secondo motivo è la nazionalità delle vittime: la gravità del reato viene così determinata più da chi è – e in questo caso da dove proviene – la vittima che dall'episodio in sé e dalle modalità con cui si è concretizzato. Ancora una volta esistono vittime di serie A e vittime di serie B. E lo scarso interesse mostrato per questo caso ne è la conferma.

Che le due vittime siano straniere non rende meno grave né la violenza subita né tantomeno il trauma con cui dovranno fare i conti per chissà quanto tempo. In questo caso la vittima è una donna che è stata violentata a turno da due uomini. Gli stessi che mentre la stupravano, picchiavano il suo fidanzato: "Mentre io sono stata violentata – ha raccontato agli investigatori – il mio fidanzato è stato colpito più volte con calci e pugni, nonché con oggetti rinvenuti in strada, come alcune biciclette parcheggiate e diverse bottiglie di vetro, raccolte nei pressi dei cassonetti presenti".

E questo episodio non ha fatto scalpore neanche di fronte all'evidenza che possa essere un rischio a cui tutti siamo esposti. Le due vittime, a prescindere dalla loro nazionalità, erano infatti a prendere un po' di fresco in un parchetto vicino casa quando sono stati assaliti. Un circostanza in cui potrebbe trovarsi chiunque. Ma neanche la paura è bastata a far superare quel distacco  del pubblico determinato dalla loro provenienza geografica.

Il silenzio che gravita attorno a questa ennesima violenza sessuale non solo stupisce, ma spaventa. Fa paura che gli stupri non facciano più notizia e, ancora di più, che non la facciano se le vittime sono straniere. Perché una violenza resta una violenza, chiunque siano vittima e carnefice.

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Giornalista professionista da novembre 2021, mi occupo di cronaca per l'area Milano di Fanpage.it. Scrivo di cronaca nera e giudiziaria, ma prevalentemente di temi sociali, in particolare: condizioni carceri e Cpr, disagio minorile e tematiche legate al mondo del lavoro.
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