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La fuga di Giacomo Bozzoli

Perché Mario Bozzoli risulta ancora scomparso se il nipote Giacomo è condannato per omicidio ed è latitante

Dopo 9 anni di attesa la famiglia attende il certificato di morte di Mario Bozzoli, ucciso nell’ottobre del 2015 dal nipote Giacomo Bozzoli (ora in fuga dopo la condanna all’ergastolo). Il suo cadavere, secondo tre gradi di giudizio, venne distrutto nel forno della fonderia di famiglia a Marcheno (Brescia)
A cura di Francesca Del Boca
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Giacomo e Mario Bozzoli
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Ben tre gradi di giudizio sanciscono la morte di Mario Bozzoli, l'imprenditore di Marcheno (Brescia) ucciso nell'ottobre del 2015 dal nipote Giacomo Bozzoli, ora in fuga dopo la condanna all'ergastolo. Eppure l'uomo ufficialmente risulta ancora in vita, dal momento che il suo cadavere non è mai stato trovato in anni e anni di ricerche: sarebbe infatti stato gettato nel grande forno dell'azienda di famiglia con l'aiuto di alcuni operai, e lì fatto sparire per sempre.

E così adesso, come anticipa Il Giornale di Brescia, dopo 9 anni di attesa la famiglia della vittima attende un certificato di morte che non è mai arrivato: Mario Bozzoli, per lo Stato italiano, è ancora una persona scomparsa, con tutti i disagi che ne conseguono per moglie e figli tra cui il blocco dei beni mobili ed immobili a lui riconducibili. La vedova di Mario Bozzoli, attraverso i suoi legali, ha quindi chiesto alla Procura di dichiarare il decesso del marito e la distruzione del cadavere, come hanno stabilito le sentenze di primo grado, d’appello e di Cassazione, perché venga riconosciuto anche dallo Stato quanto sancito dai giudici in tribunale.

Giacomo Bozzoli a Marbella con la famiglia il 30 giugno 2024
Giacomo Bozzoli a Marbella con la famiglia il 30 giugno 2024

Un altro paradosso di questa assurda vicenda, dove a essere davvero scomparso nel nulla è il nipote Giacomo Bozzoli. Dopo la lettura della sentenza che lo condanna in via definitiva al carcere a vita, il 39enne ha fatto perdere le sue tracce dopo una vacanza con la compagna Antonella Colossi e il figlio di 9 anni a Marbella, costa spagnola, dove il giorno prima dell'udienza 30 giugno 2024 ha soggiornato in un hotel di lusso da 700 euro a notte. Al momento, secondo le ultime ipotesi, potrebbe trovarsi in Marocco o addirittura già oltreoceano. Una fuga dettata dalla disperazione di un verdetto in fondo inaspettato, o parte di un piano lungamente premeditato nei quasi 10 anni di libertà? 

Ecco l'ultimo controsenso della storia. Il 39enne ora latitante, già condannato in due gradi di giudizio al massimo della pena per omicidio premeditato, era infatti libero di circolare e recarsi all'estero proprio nei giorni dell'emissione dell'ultima sentenza in Cassazione. Giacomo Bozzoli, su cui ora pende un mandato d'arresto internazionale, non ha mai fatto un giorno di carcere in vita sua. "Risultava condurre un'esistenza ordinaria, durante i processi di primo e secondo grado non erano emerse le necessarie esigenze cautelari previste dalla legge", per la Procura generale. "Non sono state evidenziate situazioni di concreto e attuale pericolo di fuga". Fino al 1 luglio 2024.

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