Perché Marco Manfrinati ha cercato di uccidere l’ex moglie a Varese: le denunce per stalking e le minacce alla madre di lei
Gomme tagliate, vetri spaccati, minacce di morte e insulti. Erano due anni che Marco Manfrinati perseguitava l'ex moglie e la famiglia di lei. Fino all'episodio di lunedì 6 maggio, quando intorno alle 12.30 il 41enne ha aggredito la donna con una scarica di pugni e coltellate, uccidendo il padre che era intervenuto per proteggerla.
L'uomo, ex avvocato a Varese ora arrestato con l'accusa di omicidio, era già stato denunciato più volte dall'ex compagna e dalla madre di lei, ed era stato sottoposto alla misura di divieto di avvicinamento. La Procura di Varese, un anno fa, ne aveva chiesto l'arresto. Ma la richiesta non era stata accolta, e una consulenza psichiatrica di parte aveva addirittura stabilito che Manfrinati era in fondo un buon padre, un soggetto "inserito nella società" e quindi non pericoloso. "Una settimana dopo questa perizia Manfrinati ha minacciato di morte mia figlia con un martello", le parole dell'ex suocera. "E adesso siamo qui a scegliere la bara per mio marito, mentre mia figlia è in ospedale".
Ma non solo. Un'altra consulenza aveva sancito che il 41enne non potesse più vedere il figlio di tre anni sino a quando non fossero stati risolti i procedimenti a suo carico nei confronti dell'ex moglie e dei famigliari di lei. Sarebbe stato questo, secondo gli inquirenti, a far scattare la molla dell'odio. E soprattutto della furia omicida.
"Era stato sancito che il mio assistito potesse vedere il figlio, in presenza dei nonni paterni, ogni due settimane ", ha spiegato intanto l'avvocato di Manfrinati, Fabrizio Busignani. "Non c'è stato modo di poter realizzare questi incontri. Sono stati rigettati i nostri ricorsi dal tribunale ordinario e dal Riesame nonostante quanto sancito dall'ordinamento europeo sui diritti dei padri".
La polizia, nel frattempo, sta cercando di stabilire quali siano state le mosse del 41enne nei giorni precedenti all'agguato: ha pedinato l'ex moglie e i suoi familiari, in attesa del momento migliore per entrare in azione? Quel che è certo è che gli affetti della donna aggredita, da tempo, vivevano nel terrore delle continue persecuzioni. "Una tragedia annunciata", il commento di un conoscente della famiglia. "Andava avanti così da tantissimo tempo. E nessuno ci ha protetto", il commento della sorella della 37enne, ora non più in pericolo di vita.
"È stata una mattanza", le parole invece della vicina di casa di via Ciro Menotti. "Una scena da brividi, lei era ricoperta di sangue. Lui non si fermava, si è scagliato contro la donna. E lei chiedeva solo del papà, diceva: Salvatelo, per favore".