Perché l’uomo accusato di essere il prestanome di Messina Denaro chiede all’ex pm antimafia Ingroia di difenderlo
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Massimo Gentile, il funzionario del Comune di Limbiate (Monza e Brianza) arrestato dai carabinieri del Ros di Palermo perché ritenuto per anni un prestanome dell'ex super latitante Matteo Messina Denaro. Secondo le indagini della Procura del capoluogo siciliano, dal 2007 al 2017 l'ex boss di Castelvetrano – arrestato il 16 gennaio del 2023 e morto il 25 settembre successivo – si sarebbe servito delle generalità di Gentili per acquistare una fiat 500 in una concessionaria di Palermo nel 2014, dimostrazione che anche quell'anno Matteo Messina Denaro si nascondeva a casa sua. Il boss, spacciandosi per Gentile, avrebbe acquistato anche una moto: con questi due mezzi l'ex latitante si muoveva per il suo territorio.
Matteo Messina Denaro si fidava solo di poche persone, quasi tutte imparentate tra di loro. Come nel caso di Massimo Gentile: è cugino di Salvatore Gentile (i loro padri sono cugini di primo grado), ovvero il marito condannato all'ergastolo di Laura Bonafede, la donna legata sentimentalmente a Matteo Messina Denaro e finita anche lei nel mirino delle indagini del Ros. Gentile, subito dopo l'arresto, nega un coinvolgimento con Cosa Nostra e con il boss di Castelvetrano: ha negato di aver prestato di sua spontanea volontà le generalità al boss. Tutto ora dovrà essere accertato.
Massimo Gentile dopo esser stato arrestato ha contatto l'avvocato, nonché ex pm antimafia, Antonio Ingroia. L'avvocato, che ha accettato l'incarico con riserva, ha tenuto a precisare in una nota stampa: "Tengo a ribadire che io sto sempre dalla parte giusta. Ho accettato con riserva la nomina di Gentile come suo difensore a patto che egli riesca a dare convincenti spiegazioni rispetto ai fatti apparentemente incontestabili che obiettivamente lo accusano".
Nel dettaglio precisa: "Lo difenderò solo se il mio intervento potrà aiutare ad accertare la verità sulle coperture degli anni di latitanza di cui ha goduto lo stragista Matteo Messina Denaro. Con lo stesso spirito anni fa offrii pubblicamente e provocatoriamente la mia difesa a Matteo Messina Denaro".
A Fanpage.it l'avvocato Antonio Ingroia ha spiegato cosa è accaduto dopo l'arresto.
È stato Gentile a contattarla?
Sì, sua moglie. Lui è in carcere, non poteva.
Perché hanno scelto lei dato la sua storia da ex magistrato antimafia?
Da quello che ho capito hanno chiamato me perché vogliono dimostrare, anche in questo modo, che con la mafia loro non hanno nulla a che fare. Lui ha tenuto a farmi sapere indirettamente che quando hanno arrestato Matteo Messina Denaro ha espresso soddisfazione. Così come quando io mi ero candidato come sindaco nel 2020 a Campobello di Mazara (paese del boss, dove anche si nascondeva), lui insieme alla moglie mi avevano sostenuto.
E ancora: lui nella sua storia ha avuto contrasti con personaggi di mafia. Massimo Gentile in passato a Mazara del Vallo aveva aperto un ristorante ed entrò in conflitto con una nota famiglia mafiosa della città, i Burzotta. Contro di loro aprì anche una causa. Insomma lui non ci sta a essere definito un fiancheggiatore di Matteo Messina Denaro. Dice di non aver avuto nulla a che fare. Per questo motivo ha chiamato me.
Accetterà l'incarico avvocato?
Lui, così come la moglie, sa bene che proprio per la mia storia io lo difenderò fintanto lo considerò difendibile. Lui ha una versione dei fatti – che al momento non posso riferire perché si è avvalso della facoltà di non rispondere – che ora sottoporrò alle nostre indagini difensive. Se sarà convincente, lo difenderò con convinzione. Se non sarà convincente, non assumerò l'incarico.
La Procura di Palermo ha arrestato Massimo Gentile con l'accusa di essere stato per anni il prestanome del boss. Lo ha negato?
Lui nega. Se ammettesse di essere il prestanome di Messina Denaro, non sarei mai il suo avvocato. Solo una volta durante un'intervista avevo provocato l'ex boss dicendogli che se avesse voluto costituirsi e collaborare io sarei stato il suo avvocato. Era l'idea di un Matteo Messina Denaro collaboratore di giustizia, impensabile.
Massimo Gentile è imparentato ai Bonafede, non a Messina Denaro nel caso…
È ovvio che c'è una parentela con i Bonafede e questa potrebbe essere una chiave di lettura della vicenda. Ma questo poi si vedrà. Non si potrà rispondere però della colpa dei cugini. Certo è che Massimo Gentile ha fatto una scelta di vita radicale andando al Nord, soprattutto dopo quella vicenda con la famiglia mafiosa di Mazara del Vallo.
Nell'ultimo mese la Lombardia è stata coinvolta in operazioni antimafia: con un'interdittiva antimafia è stato chiuso il bar Las Vegas ad Abbiategrasso (Milano) di alcuni parenti di Matteo Messina Denaro mentre ora arriva l'arresto di Gentile, un funzionario del Comune di Limbiate (Monza e Brianza). Sarà la giustizia ad accertare o meno reati, ma c'è comunque ancora chi pensa che la Lombardia sia ancora immune da certe operazioni e dinamiche. Che ne pensa lei?
La Lombardia in passato ha dimostrato, con tantissime operazioni antimafia, che non si parla più solo di infiltrazione. Si tratta di presenza asfissiante della criminalità organizzata. Parliamo qui però più di ‘Ndrangheta che di Cosa Nostra. La Lombardia è immune? È una favoletta a cui non crede più nessuno.