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Perché l’omicidio di Eros Di Ronza non può essere considerato legittima difesa secondo l’avvocato

La Procura di Milano ha chiesto la custodia cautelare in carcere per i titolari del bar in via da Cermenate a Milano. Sono accusati di omicidio volontario per aver ucciso con almeno venti forbiciate Eros Di Ronza, 37 anni: l’uomo era in fuga dopo essere stato sorpreso a rubare gratta e vinci nel locale. L’avvocato Di Fresco a Fanpage.it spiega perché questo omicidio non può essere considerato legittima difesa.
Intervista a Paolo Di Fresco
Avvocato penalista del Foro di Milano
A cura di Francesca Del Boca
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Si chiamava Eros Di Ronza il 37enne che all'alba di giovedì 17 ottobre, in via Giovanni da Cermenate a Milano, è stato ucciso a colpi di forbici dai titolari del bar che stava tentando di derubare. Per l'omicidio dell'uomo, pregiudicato per reati contro il patrimonio e più volte segnalato per il possesso di stupefacenti, sono stati fermati il nipote 30enne della titolare, Shou Zhou, e il marito 49enne Liu Chongbin.

Secondo quanto emerso finora avrebbero inseguito il ladro in fuga e, dopo un primo fendente sferrato al torace mentre il 37enne stava sgattaiolando via dal bar con i gratta e vinci in mano, l'avrebbero colpito a circa sei di metri di distanza dal locale. La Procura di Milano, così, ha chiesto per loro la convalida dell'arresto e la custodia cautelare in carcere per rischio di reiterazione del reato. L'accusa è quella di omicidio volontario (senza aggravanti). Intervistato da Fanpage.it, l'avvocato Paolo Di Fresco spiega perché quanto accaduto ieri non è da considerarsi legittima difesa.

Eros Di Ronza
Eros Di Ronza

Cosa si intende per legittima difesa?

La legittima difesa prevista dall’articolo 52 codice penale è una causa di giustificazione, cioè una di quelle situazioni eccezionali in presenza delle quali un fatto che normalmente costituirebbe reato non viene punito.

In quali casi si configura di solito, e come si può dimostrare?

La legittima difesa è una forma di autotutela che lo Stato riconosce al cittadino quando l’intervento dell’Autorità non risulti tempestivo. In questo caso, l’interesse di chi sia aggredito ingiustamente prevale sull’interesse di chi agisca al di fuori della legge.

Presupposti della legittima difesa, che vanno accertati in giudizio, sono: a) l’aggressione ingiustificata contro un diritto personale o patrimoniale, proprio o altrui; b) la necessità di difendersi quando il pericolo sia attuale e non possa essere evitato diversamente; c) la proporzionalità tra reazione e aggressione, che andrà valutata tenendo conto delle circostanze del caso concreto.

In linea di principio, comunque, la reazione non è consentita quando comporti il sacrificio di un bene decisamente più rilevante di quello minacciato dall’aggressione. C’è una gerarchia di valori di cui tenere conto e vita e integrità personale sono diritti inviolabili che prevalgono, ad esempio, sull’interesse a preservare il proprio patrimonio.

Il numero di colpi (in questo caso fendenti di forbici) in che modo può determinare il riconoscimento della legittima difesa? Può incidere anche la distanza in cui viene trovato il cadavere rispetto al luogo dove si è consumato il fatto?

Per accertare che vi sia proporzione tra offesa e reazione e, dunque, che la difesa sia legittima, il Giudice dovrà tenere conto non solo degli interessi in gioco ma anche di tutte le circostanze contingenti del caso concreto, tra cui le caratteristiche dell’offesa, i mezzi adoperati dall’aggredito per difendersi, la dinamica dell’azione e via dicendo.

L'inseguimento può impedire il riconoscimento della legittima difesa?

Come dicevo, il pericolo deve essere attuale, la reazione cioè deve neutralizzare un’offesa incombente. Per intenderci: chi spara al ladro in fuga, non agisce per difendersi ma per farsi giustizia. Questo è omicidio, non legittima difesa.

I gratta e vinci a terra
I gratta e vinci a terra

Cosa avrebbe dovuto fare quindi il titolare del bar? Insomma, come è lecito difendersi?

Se l’aggressore si introduce in un esercizio commerciale e minaccia l’incolumità del negoziante con armi o altri mezzi di coazione, questi è legittimato a difendersi, anche con armi improvvisate. La proporzionalità della difesa si presume (a patto, beninteso, che ricorrano gli altri presupposti di cui s’è detto).

Nel nostro caso, però, i negozianti hanno inseguito un giovane che non era armato e lo hanno colpito più volte, anche quando ormai era a terra esanime. Può essere comprensibile la frustrazione di chi sia vittima di rapine a getto continuo, ma, dal punto di vista giuridico, questa reazione non può essere giustificata. Meglio subire un furto che ammazzare un ragazzo.

Il fatto che il titolare stesso abbia chiamato i soccorsi può essere attenuante?

Sì. Se ne potrà tenere conto ai fini del riconoscimento delle attenuanti generiche o, comunque, in sede di commisurazione della pena.

Ci sono, in questo caso, i presupposti per un eventuale riconoscimento futuro di eccesso colposo di legittima difesa? O è più verosimile che ai titolari continui a essere contestato l'omicidio volontario?

L’eccesso colposo consiste in una reazione difensiva esagerata, che travalica i limiti della causa di giustificazione. In questo caso, il comportamento difensivo è punibile, purché sia previsto dalla legge come delitto colposo: per intenderci, l’aggredito che per respingere l’aggressore esageri e finisca per ucciderlo risponderà di omicidio colposo.

Peraltro, dopo la riforma del 2019, non si considera punibile l’eccesso colposo di chi abbia agito per salvaguardare sé stesso o i suoi cari da un’aggressione in casa o all’interno della propria attività commerciale, o comunque, quando a causa della situazione di pericolo in atto abbia agito in stato di grave turbamento. Attenzione, però. L’obiettivo della reazione deve essere sempre la neutralizzazione dell’aggressione o l’autoconservazione. Non si potrà invocare l’eccesso colposo nel caso in cui si passi all’attacco con intenti punitivi. Nel nostro caso, dunque, mi sembra più probabile che la Procura opterà per la contestazione dell’omicidio volontario.

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