Perché l’ex assessore di Voghera Massimo Adriatici sarà processato per omicidio e non per legittima difesa
Durante l'udienza di ieri, mercoledì 6 novembre, il Tribunale di Pavia ha deciso di trasmettere gli atti del processo a carico di Massimo Adriatici alla Procura ritenendo che debba essere giudicato per omicidio volontario con dolo eventuale, e non per eccesso colposo di legittima difesa. L'ex assessore alla Sicurezza di Voghera (in provincia di Pavia) dovrà, quindi, rispondere davanti alla Corte d'Assise della morte di Youns El Bossettaoui, il 39enne al quale sparò la sera del 20 luglio 2021 in piazza Meardi. Intervistato da Fanpage.it. il giudice consigliere della Corte d'Appello di Roma Valerio de Gioia spiega le motivazioni che hanno portato il Tribunale a prendere questa decisione e come cambia ora il processo a carico di Adriatici.
Perché secondo il Tribunale non si può parlare di eccesso colposo di legittima difesa
Il Tribunale di Pavia aveva iniziato il processo con l'ipotesi accusatoria di eccesso colposo di legittima difesa. I legali di Adriatici, infatti, sostengono che l'ex assessore quella sera abbia sparato a El Bossettaoui come risposta a un'aggressione. Per questo motivo, la Procura aveva ricostruito uno scenario nel quale Adriatici avrebbe "operato una reazione difensiva colposamente eccessiva, sbagliando la valutazione del pericolo e reagendo in modo sproporzionato, arrivando a uccidere". Durante la fase istruttoria del processo, però, i giudici "si sono accorti che i presupposti per la legittima difesa non possono essere ipotizzati e che, invece, si possa trattare di omicidio volontario con dolo eventuale", spiega de Gioia.
In particolare, i presupposto mancanti affinché si possa parlare di legittima difesa sarebbero due. Il primo afferma che il pericolo dal quale una persona si difende, non deve essere da lei cagionato. "In pratica", spiega de Gioia, "non devi determinare tu stesso il pericolo dal quale poi ti difendi". Invece, come si può leggere nell'ordinanza, per il Tribunale "sin dal preliminare contatto diretto con la parte offesa" Adriatici avrebbe "agito nella ragionevole previsione di determinarne una reazione aggressiva, accettando volontariamente la situazione di pericolo da lui determinata".
Il secondo riguarda l'evitabilità del pericolo: per i giudici, Adriatici avrebbe potuto ricorrere ad altre vie di fuga, non era indispensabile uccidere il 39enne. In fase di processo, infatti, lo stesso imputato avrebbe dichiarato di "aver percepito l'aggressività della persona offesa", ma nonostante questo avrebbe "scelto deliberatamente di non allontanarsi dal luogo dei fatti pur avendo la possibilità".
Come cambia il processo
"Il fatto che il capo d'imputazione dovrà essere cambiato in omicidio volontario e che Adriatici dovrà essere giudicato dinanzi alla Corte d'Assise, non vuol dire che sarà condannato per questo reato", afferma de Gioia: "È possibile che venga assolto, o anche che venga condannato proprio per eccesso colposo di legittima difesa". Il Tribunale, conclude il giudice, "ha deciso di trasmettere gli atti in Procura perché, in base agli elementi raccolti, Adriatici potrebbe essere condannato per omicidio volontario, ma allora non è l'autorità competente per questo caso".
Ora, quindi, gli inquirenti dovranno attenersi alla nuova qualificazione giuridica, che è peggiorativa per l'imputato, e far ripartire da zero il processo in Corte d'Assise.