Perché le scuole della Lombardia sono senza presidi e senza docenti
Pochi presidi, troppe scuole da gestire. Il 12 settembre prenderà il via l'anno scolastico, ma gli istituti della Lombardia si trovano a corto di dirigenti e molti di questi dovranno accontentarsi di avere un preside in comune. Dal ministero dell'Istruzione sono arrivate un centinaio di assunzioni ad agosto, ma non bastano a coprire tutte le poltrone vacanti.
Stop a nuove assunzioni
Gli inserimenti autorizzati dal ministero sono solo 102, quasi un terzo del totale nazionale. Gli istituti ai quali sono destinate le reggenze sono quelli con meno di 500 alunni: cinque sul territorio lombardo. A questi se ne sono aggiunti altri dieci, perché da Roma non sono state consentite nuove assunzioni neppure per le scuole con un massimo di 600 studenti (400 nelle aree disagiate).
Numeri destinati ad aumentare
Al momento sono ben 123 i presidi che dovranno sdoppiarsi su più sedi, uno su cinque, ma il bilancio è destinato a salire come in passato. Il problema è aggravato dal fatto che 58 neoassunti non provengono dalla Lombardia e negli ultimi anni si è assistito a una fuga di dirigenti verso le proprie regioni d'origine. Questo potrebbe portare in poco tempo a un ulteriore aumento delle scuole senza preside, insieme al calo demografico che farebbe scendere gli istituti sotto la soglia dei 500 alunni.
La carenza dei capi d'istituto mette in allarme le associazioni di categoria che denunciano le criticità cui vanno incontro le scuole che avranno un preside a mezzo servizio. Un dirigente diviso su più istituti, infatti, non potrà dedicarsi completamente alla propria scuola d'origine penalizzando anche le altre.
Carenze anche tra i docenti
A pesare sull'avvio dell'anno scolastico c'è anche la cronica assenza di docenti che colpisce gran parte degli istituti, dalle elementari alle superiori. A una sola settimana dalla prima campanella, in provincia di Milano, a mancare sarebbero soprattutto i supplenti e gli insegnanti di sostegno. Nelle scuole superiori le carenze principali riguardano i professori di matematica con 10 assunti su 77 posti vacanti, seguiti da quelli di informatica (15 su 55) e di elettronica (3 su 32).
Secondo un'elaborazione di Tuttoscuola, testata specializzata del settore, è rimasto vuoto il 40% delle cattedre che doveva essere coperto con i concorsi. Per il sindacato Cisl Scuola mancherebbero ancora 13mila docenti. Questi numeri sono dovuti alla carenza di candidati idonei all'entrata in graduatoria: i diplomati delle materie tecniche preferiscono lavorare nel privato e i neolaureati sono poco attratti dall'insegnamento.