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Perché le dimissioni di Letizia Moratti sono anche contro il governo Meloni

Letizia Moratti si è dimessa da assessora al Welfare e vicepresidente della Regione Lombardia. Tra le motivazioni, indica i “provvedimenti contraddittori” presi anche a livello nazionale dal governo Meloni nella gestione della pandemia.
A cura di Enrico Spaccini
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Letizia Moratti si è dimessa. L'ex sindaca di Milano ora è anche ex assessora al Welfare ed ex vicepresidente della Regione Lombardia. Alla base di questa decisione, da alcuni già ipotizzata da diverso tempo visti gli attriti circa una sua possibile candidatura con il centrodestra alle prossime regionali, ci sarebbe il rapporto di fiducia con il presidente leghista Attilio Fontana ormai venuto meno.

Ma non solo: nel comunicato con cui ha annunciato le sue dimissioni, Moratti punta il dito contro i "provvedimenti contraddittori" presi nella gestione della pandemia sia a livello lombardo che nazionale dal nuovo governo Meloni.

Niente più vaccini obbligatori

Dal Consiglio dei ministri del nuovo esecutivo, che si è riunito per la prima volta il 31 ottobre, è arrivato il via libera al decreto unico che, tra carcere ostativo e rave party, determina le nuove regole nella lotta al Covid-19. Se l'uso obbligatorio delle mascherine è stato prorogato negli ospedali e nelle Rsa, l'obbligo vaccinale è invece decaduto per tutti con due mesi d'anticipo.

Nessuno sarà più costretto a vaccinarsi per lavorare. Nemmeno chi ogni giorno è a stretto contatto con persone ricoverate e fragili. Una decisione che per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni permette il reintegro di "4mila persone ferme in un momento di grave carenza di organico".

Dal primo giorno di novembre, quindi, tutti gli operatori sanitari che in tutti questi mesi si sono rifiutati di sottoporsi al vaccino, sono rientrati in servizio anche nei reparti ospedalieri.

Le raccomandazioni inascoltate

"Ho atteso l'esito delle elezioni politiche e la formazione del nuovo governo per rendere nota la mia posizione", spiega Moratti. L'ormai ex assessora aveva fatto riunire poco prima la Cabina di regia epidemiologica della regione lombarda. Al termine dell'incontro, era emersa una "forte raccomandazione" di mantenere l'utilizzo delle mascherine e l'importanza dei vaccini, anti-Covid ma anche antinfluenzali, per la prevenzione delle malattie infettive.

La vicepresidente dimissionaria si era augurata che il governo si esprimesse sulla lotta alla pandemia sulla stessa linea indicata dagli esperti lombardi. Cosa che, come si è visto nelle ore successive, è avvenuta per metà.

"Provvedimenti che non condivido"

L'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari doveva decadere il prossimo 31 dicembre. Per Moratti, l'aver anticipato questa scadenza desta una certa "preoccupazione", accompagnata a quella sul condono delle multe ai no vax e "la diversa sensibilità sull’importanza dei vaccini".

L'ex sindaca di Milano ha voluto ricordare come "se oggi il Paese è in sicurezza per quanto riguarda il Covid, lo dobbiamo senza alcun dubbio all’adesione massiccia alla campagna vaccinale dei mesi scorsi", e che ciò è stato possibile grazie "all’enorme impegno di medici, infermieri, militari, protezione civile e volontari, protagonisti di un processo che ha portato la Lombardia a essere tra le prime aree al mondo per adesione e copertura". Se di questo successo bisogna "essere fieri", non lo è altrettanto chi ora lo mette in discussione con "provvedimenti che non condivido".

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