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Perché le automobili in sharing a Milano rischiano di sparire

La protesta delle associazioni di mezzi in sharing a Milano: “Siamo stanchi dei continui atti vandalici nei confronti delle automobili, si tratta di un vero e proprio piano criminale”, sottolinea un comunicato. “I veicoli vengono smontati e bruciati. A Corvetto e Calvairate oltre venti casi nel giro di pochi mesi”
A cura di Francesca Del Boca
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Un vero e proprio piano criminale. È con queste esatte parole che Assosharing descrive la situazione "ormai insostenibile" dei mezzi in sharing a Milano, e in particolare della flotta di automobili. Lo fa attraverso un comunicato che denuncia "l'escalation di atti vandalici dell'ultimo anno, con danni da migliaia di euro". Individuando inoltre alcune zone sensibili, dove il numero di furti e danneggiamenti supera nettamente la media cittadina: si tratta di Calvairate, Brenta e Corvetto, con oltre venti casi nel giro di pochissimi mesi. E invocando un aiuto concreto da parte delle istituzioni. "Sarebbe un peccato mettere a rischio un modello che porta benefici a un pubblico sempre più ampio".

Addio automobili in sharing?

"Non è pensabile continuare a subire furti e atti vandalici, siamo veramente stanchi", sono infatti le parole dell'associazione Assosharing. "Si tratta di un vero e proprio piano criminale che va fermato subito. Chiediamo al sindaco e alle autorità preposte di vigilare maggiormente per la sicurezza nostra e dei cittadini".

Facendo presagire un possibile epilogo sulla scia di altri grandi colossi internazionali dello sharing che in passato hanno abbandonato Milano e l'Italia per i troppi atti vandalici, come Ofo e Mobike. "Milano dispone del più ampio servizio di car sharing d'Italia, uno dei più competitivi in Europa. Ed è la capitale della sharing economy in generale, da sempre attenta alle soluzioni alternative di trasporto e alla condivisione di uno stile di vita sostenibile. Sarebbe un peccato mettere a rischio un modello che porta benefici a un pubblico sempre più ampio".

Pezzi smontati e poi dati alle fiamme

Vetri rotti, sedili asportati, tergicristalli rubati, display e cruscotti divelti. Ma non solo. "In alcune aree di Milano, come quella del campo nomadi di Via Bonfadini, i veicoli vengono prima smontati dei pezzi pregiati (motori, pneumatici, interni, carrozzeria) e poi dati alle fiamme", sottolinea il comunicato di Assosharing. "Pochi giorni fa è avvenuto l'ennesimo furto di una Bmw serie 1, il settimo da inizio anno. E quando i nostri incaricati cercano di recuperare quel che rimane delle automobili vengono ricoperti di insulti, correndo pericoli per la loro incolumità".

Per passare poi la palla alle autorità. "Noi non ci lasciamo intimidire. Continueremo a offrire un servizio apprezzato da migliaia di persone, certi che le istituzioni alle quali ci stiamo rivolgendo sosterranno la nostra richiesta di legalità".

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