Perché l’aggressione alla donna picchiata dai vigili a Milano è anche omotransfobica
Hanno lasciato sgomenti le immagini diffuse mercoledì 24 maggio che mostrano quattro agenti della polizia locale che picchiano con manganelli una donna transessuale a Milano. Fin da subito l'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Sala, ha affermato di essere a lavoro per ricostruire la dinamica dei fatti.
Negli ultimi giorni si sono susseguiti diversi commenti di esponenti politici, tra chi riconosce la gravità del fatto e chi fa spallucce, e di alcuni sindacati che hanno sminuito l'episodio e raccontato che quanto accaduto sia frutto di atteggiamenti molesti nei confronti di bambini. Una versione che però non ha trovato conferma né nel lavoro della Procura di Milano né nelle parole dei dirigenti scolastici delle scuole che si trovano vicine al luogo dei fatti.
In ogni caso, come spiegato a Fanpage.it dalla consigliera comunale del Partito democratico Monica Romano, qualunque cosa possa essere successa prima "non giustifica il fatto che alcuni agenti agiscano in quel modo".
Dello stesso avviso è Antonia Monopoli, responsabile dello sportello Ala Milano Onlus: "Sono rimasta scioccata e sconvolta. Ero veramente furibonda perché qualsiasi cosa possa aver fatto, niente giustifica quanto ha subito. Quattro poliziotti l'hanno malmenata. Mi sembra una cosa esagerata. Ho visto un odio transfobico. Questa donna era per terra. A un certo punto ha alzato le mani come se si volesse arrendere e invece nulla. Hanno continuato: tutto questo odio, questa rabbia e questa violenza. Perché?".
La consigliera e vicepresidente della commissione Pari Opportunità Romano ha voluto fare una premessa: "Il sindaco e l'assessore alla Sicurezza, Marco Granelli, hanno riconosciuto subito la gravità del fatto. Questo per me è molto positivo e importante".
"Il comandante della polizia locale si è mosso di concerto con il sindaco e l'assessore. I quattro agenti della polizia locale sono stati trasferiti su uffici e incarichi interni. Si sta lavorando per ricostruire i fatti in modo corretto. Dopo la ricostruzione dei fatti da parte dell'autorità giudiziaria e dopo aver letto il rapporto della polizia locale, si potrà avere una dinamica più chiara. L'amministrazione si sta muovendo anche a tutela della polizia locale perché un corpo di polizia non può essere assimilato alle azioni di quattro agenti. Non è il tempo delle generalizzazioni".
Le immagini diffuse mercoledì restano terrificanti: "Sono inaccettabili in uno Stato di diritto – continua Romano -. Si commentano da sole: una donna trans brasiliana, inerme, seduta a terra che cerca di proteggersi con le mani e chiede aiuto, ma viene ripetutamente presa a manganellate in testa e sui reni e le viene spruzzato contro anche lo spray al peperoncino. È chiaro che c'è stato un abuso. Dal mio punto di vista, tutto quello che è successo prima è completamente irrilevante. Qualunque cosa possa aver commesso, niente giustifica che alcuni agenti agiscano in quel modo. Sono eccessi di violenza da condannare".
Il sindacato Sulpl nelle ore successive all'aggressione ha infatti sostenuto che gli agenti erano stati allertati da un genitore di un bambino che lamentava che la donna fosse nuda e avesse atteggiamenti molesti.
Una tesi che è stata smentita dalla Procura stessa e anche dal preside di una scuola vicina: "Questa versione di questo sindacato non è stata avvalorata né dalla Procura di Milano né dai dirigenti scolastici. Si sta veicolando – racconta Romano – come certezza il fatto che questa donna si sia macchiata di questi reati. Si stanno diffondendo delle informazioni che di fatto non sono state confermate. Mi sembra che si voglia giustificare questa violenza attribuendo colpe delle quali non siamo certi. Questo, a mio avviso, è molto grave".
Per Monopoli questa narrazione è figlia di un odio nei confronti di una persona transessuale: "Ci sono ancora tanti stereotipi, come per esempio il fatto che una persona trans possa avere per forza l'Hiv. Io mi occupo molto di prevenzione. Proprio martedì sono uscita in strada e con le ragazze siamo sempre lì a fare continuamente i test per l'Hiv".
"Quella di ieri – continua Monopoli – è una pagina tristissima soprattutto in una città come Milano. Nonostante una giunta che promuove i diritti Lgbtq+, a Milano succedono queste cose. Io stesso ho avuto paura per me e per tutte le ragazze trans".
A contribuire alla diffusione di un odio transfobico è, secondo Monica Romano, il clima generale che si respira ancora oggi ed è per questo motivo che è tuttora fondamentale lavorare sulla formazione su temi come la diversity e l'inclusione: "Attualmente non c'è un clima positivo che agevola il contrasto alle discriminazioni. Per quanto riguarda la città di Milano, in quanto vicepresidente della commissione pari opportunità, spingerò in tutti i modi affinché per tutti i dipendenti del Comune siano previsti delle formazioni obbligatorie sui temi della diversity e dell'inclusione. È fondamentale e importante diffondere una cultura del rispetto".