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Perché la scelta di far pulire il centro di Pavia solo alle donne è sessista e misogina

Asm Pavia, la società che si occupa di smaltimento di rifiuti per conto del Comune, ha promosso il progetto “Il decoro si veste di rosa”: l’iniziativa vuole operatrici ecologiche in servizio nel centro di Pavia perché, rispetto ai colleghi uomini, sono “più attente e sensibili”.
A cura di Ilaria Quattrone
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Ci saranno soltanto operatrici ecologiche in servizio nel centro di Pavia. È questa l'iniziativa della società che si occupa di smaltimento di rifiuti per conto del Comune e che aveva perfino la velleità di garantire "le pari opportunità" e "ridurre il gap di genere". Ma che in realtà appare una scelta sessista e misogina.

Secondo la società Asm, le donne "sono più attente e sensibili" e, per questo, più idonee alla pulizia del centro. E su questo il presidente della municipalizzata si sbizzarrisce addirittura in un'ardita dichiarazione: "Abbiamo voluto accostare la sensibilità femminile alle bellezze storiche e culturali" della città.

Ma riavvolgiamo il nastro. Quello che è accaduto nei giorni scorsi a Pavia sarebbe dovuto essere un progetto che secondo Asm dimostrerebbe come l'azienda ponga le sue dipendenti sullo stesso piano dei colleghi uomini.

Il titolo del progetto è "Il decoro si veste di rosa". Attraverso quest'iniziativa si suddividerà il centro in quattro quadranti. Ognuno sarà assegnato a una operatrice in servizio. L'azienda ha spiegato che l'obiettivo è quello di "valorizzare l'attenzione e la sensibilità posta dalle operatrici nello svolgimento delle proprie mansioni".

Il presidente di Asm, Manuel Elleboro, ha poi spiegato di promuovere questa iniziativa "perché riteniamo che le pari opportunità non debbano essere perseguite come mera scelta di facciata, ma debbano rappresentare una scelta di merito tangibile nei fatti, anche in mansioni tradizionalmente maschili".

Il problema non è quello decidere di impegnare alcune dipendenti nella pulizia del centro città. Il problema sono, come sempre, le parole: non basta affermare di voler dare concretezza "alle pari opportunità" e di "voler ridurre il gap di genere" se poi questi concetti vengono accostati a descrizioni sessiste.

Le dipendenti, stando a quanto dichiarato da Asm, sono state scelte non solo perché donne, ma soprattutto perché, in quanto tali, sono "più attente e sensibili" dei colleghi uomini. Probabilmente queste sono considerate doti innate e proprie del genere femminile.

A rispondere alle polemiche non ci ha pensato solo il presidente ma anche Elisabetta Fedegari, componente del consiglio d'amministrazione di Asm Pavia e candidata con Fratelli d'Italia alle prossime elezioni regionali. Solo che le dichiarazioni rilasciate hanno finito per peggiorare la situazione: "Abbiamo pensato di conciliare la sensibilità e la dedizione delle nostre operatrici con la cura del decoro della parte più bella della città".

Ancora una volta è stato utilizzato e rimarcato il concetto di sensibilità. Da qui appare scontato chiedersi: perché la sensibilità dovrebbe essere propria solo delle donne? E chi l'ha detto che anche un uomo non potrebbe essere altrettanto sensibile? E la sensibilità non dovrebbe essere una qualità in qualsiasi lavoro? Di sicuro dovrebbe servire per mantenere pulite anche le periferie come il centro delle città.

La consigliera per dimostrare che la loro sia stata una scelta femminista e che "il sessismo è solo negli occhi di guarda", ha rimarcato come le dipendenti siano tutte felici e contente di questa decisione "perché non la percepiscono come una sottomissione". E sicuramente sarà così.

Non è però necessario vivere in una condizione di sottomissione per essere vittime di sessismo così come non basta presentare un'iniziativa con alcune dipendenti sorridenti accerchiate da palloncini rosa per dirsi sostenitori di parità e riduzione del gender gap.

Ed è sempre Fedegari a rincarare la dose. In questo progetto sembrerebbe esserci "una componente di educazione civica". La candidata ha infatti sottolineato che i colpevoli della sporcizia in centro sono i ragazzi che però, a quanto pare, "interagiscono più facilmente con le donne".

Sembrerebbe essere stato dimostrato (non si sa da chi) che i ragazzi rispondano "con una certa arroganza" ai netturbini uomini quando questi li invitano a raccogliere i mozziconi di sigaretta mentre, quando a riprenderli è una donna, "di solito la ascoltano e chiedono scusa".

Un po' come se i ragazzi vedesse nelle netturbine le proprie mamme che gli ordinano di mettere a posto la cemeretta.

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Giornalista professionista da novembre 2021, mi occupo di cronaca per l'area Milano di Fanpage.it. Scrivo di cronaca nera e giudiziaria, ma prevalentemente di temi sociali, in particolare: condizioni carceri e Cpr, disagio minorile e tematiche legate al mondo del lavoro.
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