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Perché la Lombardia rischia la zona rossa, se va avanti così

In una settimana in Lombardia sono aumentati del 10 per cento i ricoverati e del 12 per cento i pazienti in terapia intensiva. I nuovi casi crescono in modo esponenziale. Anche se la soglia di riempimento degli ospedali è ancora relativamente lontana, di questo passo la zona rossa è un rischio concreto.
A cura di Simone Gorla
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La terza ondata accelera in Lombardia, dove i nuovi positivi giornalieri, i ricoverati nei reparti di degenza e quelli in terapia intensiva aumentano a ritmo preoccupante. Nelle ultima 24 ore si registra un netto aumento dei pazienti ricoverati in ospedale a causa del coronavirus, con 15 malati in più nelle terapie intensive portando il totale a 441, e 106 nuovi ingressi nei reparti ordinari (sono 4.224 in totale).

Ricoveri e casi in forte aumento: così la Lombardia rischia di andare in zona rossa

Una settimana fa i ricoverati in terapia intensiva in Lombardia erano 391 e quelli negli altri reparti 3.826. L'aumento è stato nel primo caso di 50 pazienti in più pari al 12 per cento, nel secondo di 398 in più pari al 10 per cento. Nello stesso arco temporale i nuovi positivi giornalieri sono passati da 1.400 (8,3% dei tamponi effettuati) a 2.135 (10,3% dei tamponi), con picco di oltre 4.500 casi venerdì.

Al momento il tasso di occupazione dei letti rispetto alla capacità totale del sistema è di poco sopra la soglia critica, come si può osservare nell'analisi di Agenas aggiornata al 28 febbraio. Ma con un incremento del 10-12 per cento a settimana, la situazione potrebbe diventare rapidamente molto critica. I problemi riguardano soprattutto la provincia di Brescia, dove gli ospedali sono già sotto pressione.

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Crescita esponenziale del contagio

La situazione dell'epidemia di Covid-19 in Italia è confrontabile a quella che si registrava nel Regno Unito nel dicembre 2020, quando la curva di incidenza dei positivi mostrava una crescita esponenziale con un tempo di raddoppio pari a 5.2 giorni: ad illustrarlo sono le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).

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