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Perché la Lombardia ha le liste di attesa sanitarie più lunghe: la spiegazione dell’esperto

La Lombardia è la regione che, in media, ha le liste di attesa più lunghe d’Italia. Il sistema sanitario pubblico lombardo sta diventando sempre più privatizzato e interessato solo al profitto economico, come sostiene il dottor Vittorio Agnoletto, intervistato da Fanpage.
Intervista a Dott. Vittorio Agnoletto
Medico, docente e attivista di Medicina Democratica
A cura di Matilde Peretto
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Immagine di repertorio
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Secondo il report "La salute non può attendere" predisposto da Federconsumatori e Fondazione Isscon, con il contributo dell’Area Stato Sociale e Diritti della Cgil, la Lombardia è la regione che (in media) si aggiudica il primato per le liste di attesa sanitarie più lunghe. È quella in cui, per esempio, bisogna aspettare fino a 753 giorni per un ecodoppler cardiaco.

Il dottor Vittorio Agnoletto, docente e attivista del movimento Medicina Democratica intervistato da Fanpage.it, ha cercato di spiegare i motivi di questa situazione e ha fatto emergere come il fattore economico e la ricerca del profitto ad ogni costo, stanno distruggendo il servizio sanitario regionale: "Stiamo viaggiando sparati verso il modello statunitense, cioè quello di una sanità efficiente ed efficace per chi può pagare, mentre una sanità dove è sempre più difficile curarsi per la gran parte della popolazione".

I motivi che rendono le liste di attesa lombarde così lunghe

"La Lombardia è prima  per lunghezza delle liste d’attesa in alcune situazioni e non in altre, non c'è una graduatoria generale", esordisce il dottor Agnoletto. Sta di fatto che dal Pirellone c'è parecchia difficoltà nella gestione della sanità pubblica. Secondo l'esperto, il motivo principale è che la Lombardia è la regione in cui è maggiormente sviluppato il settore privato. "Non c'è nessun altra regione che ha una presenza così forte del privato, sia quello convenzionato sia quello non convenzionato".

Il sistema sanitario lombardo è composto da strutture pubbliche e strutture private convenzionate, ovvero che lavorano per il pubblico "in cambio" di un rimborso. Le liste di attesa dipendono dai posti disponibili in entrambe le strutture, ma anche da un'altra cosa: il profitto economico. "Spesso gli interventi e le visite da fare vengono selezionate in base al rimborso che la struttura privata convenzionata riceve. Conviene di più fare un trapianto di cuore che un'intervento alla prostata. Per questo gli interventi riferibili a vicende di ordinaria amministrazione si scontrano con le liste di attese lunghissime".

"I criteri per stabilire la priorità delle visite da fare dovrebbero essere il tempo di prenotazione e l'urgenza del caso, non il profitto economico". Ma non è finita qui. Spiega ancora Agnoletto: "La Lombardia ha un numero elevatissimo di flussi migratori interregionali (soprattutto dal sud Italia), cioè persone che vengono qui per farsi curare. Queste persone hanno spesso la priorità perché, ancora una volta, il processo di mobilità è segnato per interventi di alto livello che significa rimborsi più alti".

Un altro motivo per cui le liste di attesa in Lombardia sono molto lunghe è che ci sono pochi medici e infermieri che lavorano nel pubblico. "A livello nazionale il problema è che non vengono alzati gli stipendi. A livello regionale c'è anche un problema ,collegato alle modalità di lavoro. La Regione Lombardia ha approvato una delibera nella quale stabilisce quali sono i tempi da dedicare ai diversi tipi di visite e interventi, ma il medico non è una macchina". Infatti, i medici non riescono a seguire queste tempistiche perché non possono permettersi di sottovalutare neanche un solo caso, "qui si rischia di sbagliare", si tratta della vita degli altri.

Cosa fare per cercare di migliorare la situazione lombarda

Per cercare di migliorare la situazione, secondo Agnoletto, si dovrebbero fare tre cose: aumentare gli stipendi dei medici, cambiare le modalità del lavoro (soprattutto in Lombardia) e sospendere l'intra moenia, ovvero l'attività privata dentro la struttura pubblica (o esercizio della libera professione). "Se si aumentassero gli stipendi dovrebbe venire abolita a parer mio, ma per adesso si potrebbe sospendere per un periodo".

Il dottor Agnoletto sostiene che nelle strutture del servizio sanitario pubblico in cui le liste di attesa superano i limiti previsti da legge, l'intra moenia dovrebbe venire sospesa temporaneamente fino a quando non vengono ripristinati i limiti di attesa previsti dalla legge "perché si deve poter usare tutto il tempo e tutte le strutture pubbliche per smaltire le liste di attesa".

Altro elemento fondamentale è quello del controllo. In primis bisogna controllare le convenzioni con i privati: "La Lombardia va a vedere se le strutture private mettono davvero a disposizione gli spazi su cui hanno la convenzione? No, così come non verifica con quali criteri si fa prima una visita rispetto a un'altra. E dovrebbero controllare anche l'esercizio della libera professione di cui spesso si abusa".

Infine, il dottore conclude facendo una previsione inquietante: "Stiamo viaggiando sparati verso il modello statunitense: una medicina efficiente ed efficace per chi può pagare, mentre una medicina dove è sempre più difficile curarsi per la gran massa della popolazione". La lunghezza delle liste di attesa lo conferma.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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