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Cambiamenti climatici

Perché la Lombardia è già in crisi siccità e le foto della montagne senza neve lo dimostrano

La Lombardia sta già vivendo una situazione di grave siccità: anche quest’anno sta nevicando poco. Cosa sta succedendo?
Intervista a Claudio Smiraglia
Glaciologo e professore all'Università degli Studi di Milano
A cura di Giorgia Venturini
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A sinistra il Cornizzolo nell'inverno del 2016 completamente innevato, a destra la stessa montagna quest'inverno
A sinistra il Cornizzolo nell'inverno del 2016 completamente innevato, a destra la stessa montagna quest'inverno
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È già allarme siccità in Lombardia. Stando all'ultimo report di Legambiente è ancora emergenza neve sulle Alpi lombarde: il 53 per cento in meno sull'arco alpino. Ma cosa sta succedendo? Quest'anno la situazione sarà miglore o peggiore della scorsa estate? Lo ha spiegato a Fanpage.it il glaciologo Claudio Smiraglia, già professore dell'Università degli Studi di Milano.

La Grignetta (Lecco) nel 2010
La Grignetta (Lecco) nel 2010
La Grignetta (Lecco) quest'inverno: foto da Facebook
La Grignetta (Lecco) quest'inverno: foto da Facebook

Professore, siamo già in emergenza siccità?

Si. Vediamo i fiumi in secca, la situazione è già grave. C'è poca neve anche se le condizioni sono di poco migliori rispetto a quelle dello scorso inverno, ma le Prealpi lombarde sono quasi totalmente senza neve. E pensare che un decennio fa in questo periodo si arrivava in cima alla Grignetta – una montagna lecchese – con ramponi e piccozza e la sensazione era di essere in cima al Monte Bianco.

Possiamo sperare in un miglioramento della situazione per l'ultimo mese d'inverno?

Ho visto le previsioni e gli esperti accennano a un po' di neve per i prossimi giorni. Dobbiamo però tenere conto delle temperature elevate che abbiamo avuto negli scorsi giorni e che avremo anche in quelli successivi. Purtroppo, quindi, di queste ipotetiche nevicate resterà poco sul terreno.

E i primi a soffrire di questa siccità sono come sempre i corsi d'acqua e i ghiacciai…

La riduzione delle nevicate avrà effetti devastanti sia sui corsi d'acqua che sui ghiacciai. Già lo scorso anno i ghiacciai sono entrati in una fase di sofferenza veramente acuta. Ci auguravamo che l'inverno fosse più nevoso anche per attirare più turisti, ma purtroppo non è stato così.

Anche quest'anno quindi è a rischio l'accumulo di neve che sarebbe servita per i ghiacciai durante i mesi più caldi. Temo che la situazione non sia diversa dalla scorsa estate, ma il mio augurio è quello di essere smentito.

Per recuperare la stagione quanto dovrebbe nevicare nel prossimo mese?

Difficile quantificare la neve che dovrebbe scendere. Certo è che la neve non basta: può nevicare anche tanto ma le temperature devono essere basse per permettere alla neve di durare per mesi e alimentare i ghiacciai. La neve è fondamentale anche per i corsi d'acqua.

Per i ghiacciai non servono venti metri di neve se non sono accompagnati da temperature basse. Così anche in estate: le notti devono scendere sotto lo zero.

Cosa servirebbe quindi a un ghiacciaio e fiumi per riprendersi? 

Di fatto per un ghiacciaio serve una decina d'anni con nevicate abbondanti e temperature estive costantemente al di sotto dello zero. Il resto è un'illusione.

Per la parte idrica sarebbe necessario che piovesse per alcuni giorni di fila: le pioggerelle vengono assorbite dal terreno. Purtroppo le piogge intense di pochi minuti servono a poco. Crea solo danni.

Dal punto di vista idrologico, quando inizieremo ad assistere a una fase critica?

La stiamo già vivendo. I tanti fontanili della Lombardia sono secchi già da tre mesi. Così come i campi fuori Milano.

Sulle Alpi lombarde e venete tra tre anni ci saranno le Olimpiadi invernali. Se gli inverni saranno così i Giochi olimpici sono a rischio?

Certo è che innevare piste in queste condizioni sarà costosissimo. Perché la neve, in caso di mancanza di precipitazioni, da qualche parte bisogna prenderla.

Gli organizzatori cosa potrebbero fare per assicurarsi la neve per quelle settimane?

Ci sono due possibilità: conservare la neve che è scesa oppure crearne di nuova. Nel primo caso adottare dei metodi abbastanza diffusi, ovvero raccogliere e compattare la neve con dei teli resistenti. Così che la neve è pronta per l'uso durante i periodi di bisogno. Nel secondo caso per crearla ex novo serve acqua e basse temperature. E non è poco. Insomma, un conto è innevare le piste per gli sciatori domenicali un conto è innevarle per le Olimpiadi.

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