Perché la Lombardia è finita in arancione rafforzato: 5 province già rosse
Da mezzanotte e fino al 14 marzo tutta la Lombardia sarà zona arancione rafforzata. La decisione arriva da Regione Lombardia dopo aver analizzato una serie di indicatori: ovvero, il numero di nuovi positivi negli ultimi sette giorni (27.007) e il numero dei nuovi ricoveri (468, di cui 50 nella Asst di Brescia e 16 all'ospedale Sacco di Milano). A preoccupare è anche il rapporto del numero di nuovi malati in terapia intensiva a confronto dei dimessi: 468 i primi e 301 i secondi.
Tutti gli indicatori epidemiologici in risalita
Tutti i dati che sono passati al vaglio delle forze dei maggioranza del Pirellone, come riporta l'agenzia stampa Dire. Certo è che basta un'occhiata per capire che tutti gli indicatori epidemiologici sono in risalita, mettendo così sotto pressione gli ospedali lombardi, soprattutto quelli della provincia di Brescia, Cremona e Como. Chiudere a zone la Lombardia oggi non basta più. Serve intervenire su tutto il territorio: negli ultimi 3 giorni sul territorio regionale nella fascia d'età dai 30 ai 69 anni i nuovi positivi hanno superato quota 6.000. Per fare un confronto, in tutto il mese di settembre il numero totale dei nuovi contagiati era stato 6.717. E nella terza ondata è scesa anche l'età media dei nuovi malati: ora bersaglio del virus sono soprattutto uomini e donne dai 40 ai 60 anni.
Le cinque province che dovrebbero essere già in zona rossa
Da mesi la soglia da tenere sotto osservazione a livello regionale è quella del 250 casi ogni 100mila abitanti. Soglia ora ampiamente superata. Solo considerando i numeri della scorsa settimana la Lombardia aveva sfiorato quota 269,7. E al centro di questa terza ondata c'è la provincia di Brescia, vittima già della prima ondata Covid, Como, Lecco e Monza e Brianza, protagoniste invece della seconda ondata, e Mantova. Province che secondo le norme del nuovo Dpcm dovrebbero essere già in zona rossa. Oltre ai contagi, resta anche alta la letalità del virus: la media è del 4,65 per cento in tutta la regione con un picco del 9,49 per cento nella provincia di Bergamo, in assoluto la provincia più colpita la scorsa primavera.