Perché la candidatura di Pregliasco alle Regionali in Lombardia è un autogol per Majorino
Non è passato molto tempo dall'annuncio della candidatura a consigliere regionale del professor Fabrizio Pregliasco come capolista di ‘Patto Civico – Majorino Presidente‘ che il mondo della sanità si è già diviso. Se da un lato il direttore Sanitario dell’Irccs istituto ortopedico Galeazzi-Sant'Ambrogio e professore associato di Igiene Generale e Applicata dell'Università di Milano dice di aver ricevuto "virtuali pacche sulle spalle" soprattutto dai servizi sociosanitari e dalle Rsa, dall'altro non è mancato chi contesta al centrosinistra, e in particolare al Pd, la scelta di mettere un rappresentante della sanità privata come "salvatore della sanità regionale".
A parlare, intervistato da Fanpage.it, è Marco Caldiroli presidente dell'associazione Medicina democratica che, appresa la notizia della candidatura da capolista di Pregliasco, non ha esitato a comunicare il proprio dissenso. Cosa che ha fatto anche Alessandro Azzoni, presidente dell'associazione Felicita: "Non ci aspettavamo un mea culpa da chi governa la Regione da più di 20 anni", ha detto a Fanpage.it, "ma almeno un cambio di passo da chi ha annunciato discontinuità".
Le domande senza risposta al Pio Albergo Trivulzio
Tra gli aspetti più contestati della candidatura di Pregliasco, due svettano su tutti: l'eredità della pandemia da Covid-19 e il progetto politico. "Il professor Pregliasco, purtroppo, lo abbiamo conosciuto bene in una situazione molto triste e dolorosa", racconta Azzoni che si occupa della tutela dei diritti degli ospiti delle Rsa. Nei primi mesi del 2020 Pregliasco era stato nominato consulente scientifico dalla casa di cura milanese Pio Albergo Trivulzio colpito dalla pandemia.
Durante un incontro gli sono state rivolte delle domande sullo stato della struttura e sulla salute degli ospiti: "Venti domande alle quali non ha mai risposto, però garantiva che all’interno del Trivulzio andava tutto bene e che non c’erano emergenze", afferma Azzoni: "I fatti hanno dimostrato che proprio tutto bene non è andato".
All'annuncio della candidatura, il professor Pregliasco si è sbilanciato sostenendo che "la risposta della sanità lombarda alla pandemia è stata buona". Posizione non condivisa da Azzoni che, al contrario, sostiene che il Covid-19 abbia "dimostrato il fallimento della sanità". Insomma, per il presidente di Felicita "se questa è l'alternativa che propone questa parte politica, non ci siamo proprio".
"Chi andrà a prendere il paziente, il pubblico o il privato?"
Il problema politico, invece, è portato alla luce da Caldiroli e Medicina democratica. Lo scorso 4 novembre i leader di centrosinistra e del Movimento 5 Stelle avevano firmato e condiviso lo stesso programma di 23 punti: un piano in cui regnava la presa di coscienza di uno sbilanciamento verso la sanità privata e la volontà di riportare attenzione sul piano pubblico. "Pregliasco invece rappresenta proprio la sanità privata che è corresponsabile della situazione attuale, comprese le liste d’attesa", afferma Caldiroli che è il presidente di Medicina democratica.
Intervistato da Fanpage.it il professor Pregliasco ha detto che uno degli aspetti fondamentali sarà rivedere l'organizzazione della sanità a livello territoriale. Il dubbio di Caldiroli, però, è: "Chi andrà a prendere il paziente, il pubblico o il privato? Che possa implementare i servizi ci credo, ma chi li fa: il pubblico che si avvale del privato, o il privato e basta?".
Alcuni dei rappresentanti di Medicina democratica hanno costituito una lista civica che dovrà raccogliere le firme per potersi presentare alle elezioni del 12-13 febbraio. Cosa che non dovrà fare il Patto Civico di Pregliasco: "Il Pd ha fatto finta di fare una scissione del gruppo consiliare pochi giorni prima che uscisse il decreto per la fissazione delle elezioni", spiega Caldiroli, "grazie a quei tre consiglieri (Jacopo Scandella – Raffaele Straniero – Giuseppe Villani) Pregliasco non dovrà raccogliere le firme".
Il problema però rimane, ribadisce il presidente di Medicina democratica: "Nella stessa coalizione ci sarà una lista civica che si batte per la sanità pubblica e un'altra, quella di Pregliasco, che rappresenta grossomodo il contrario. È chiaro che c’è qualcosa che non funziona".