Perché il test sul quoziente intellettivo di Alessia Pifferi potrebbe non essere valido: il parere dello psicologo
Nella giornata di martedì 10 ottobre la Corte d'Assise di Milano ha disposto una nuova perizia psichiatrica per Alessia Pifferi, la donna accusata di aver provocato la morte per stenti della figlia Diana, bimba di appena 18 mesi. Questo nuovo esame sarà super partes e servirà a decretare la pericolosità sociale di Pifferi e se sia stata capace di intendere e di volere ai momenti dei fatti.
Durante l'udienza l'avvocata difensore Alessia Pontenani ha chiesto di tenere conto dei risultati ottenuti dai test somministrati alla sua cliente nel carcere San Vittore dove è attualmente detenuta. Di parere contrario, invece, il pubblico ministero Francesco De Tommasi che ha chiesto di non tenere conto di quei test.
Intervistato da Fanpage.it lo psicologo Vito Michele Cornacchia sostiene che è anomala la scelta di aver effettuato il test Weis in carcere: "È anomalo che in carcere si faccia una perizia per verificare le capacità cognitive dei nuovi arrivati".
Dottore, cosa pensa del test Weis somministrato in carcere a San Vittore?
È anomalo che vengano somministrati test necessari per verificare le capacità cognitive dei nuovi arrivati. Quando si entra in carcere, il primo obiettivo degli psicologi è quello di tutelare l'incolumità del detenuto quindi verificare se sussiste un rischio suicidario. Nel caso in cui è evidente una patologia psichiatrica o un'incapacità a gestire la vita quotidiana, i psicologi lo segnalano al giudice.
Nel caso in cui si tratti di un detenuto che è stato condannato, ma per il quale sono state previste misure alternative, sarà possibile chiedere la somministrazione di un test in grado di misurare il livello cognitivo. Questo, infatti, sarà necessario per capire che tipo di percorso professionale far intraprendere al soggetto.
Secondo lei perché è stato somministrato il test Weis?
A mio parere, si tratta di una strategia legale. Inoltre, sulla base di quanto emerso finora, sembrerebbe esserci una discrepanza tra il risultato ottenuto nella parte espressiva e quello ottenuto nella parte del ragionamento. Questa enorme differenza, dovrebbe solitamente rendere inattendibile il test. Potrebbe sussistere solo in casi di patologie gravi o neurodiversità.
Vorrei inoltre precisare che in questo caso specifico, sarebbero stati necessari altri tipi di indagine perché il test Weis da solo non è sufficiente.
Secondo lei Alessia Pifferi ha agito lucidamente?
Sì. Non credo alla tesi della dipendenza affettiva perché altrimenti sarebbe stata dipendente anche da altri uomini. Ha agito consapevolmente. Anche perché ha sempre raccontato di aver sempre organizzato da sola la propria vita, di aver imparato a lavorare per ottenere qualcosa e per avere il frigo sempre pieno. Questo dimostra una responsabilizzazione nel gestire i rapporti con la vita.