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Perché il Seveso esonda ancora così spesso, il geologo: “Il consumo del suolo aumenta i rischi”

A meno di due mesi dall’ultima esondazione del Seveso, il fiume è tornato a straripare causando danni e allagamenti nella zona nord della città. Roberto Perotti, presidente dell’ordine dei Geologi della Lombardia, ha spiegato a Fanpage.it perché l’esondazione del Seveso è così frequente: “La sezione dell’alveo è chiaramente limitata e confinata da case e ponti”, ha detto il geologo.
A cura di Sara Tirrito
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Un tram bloccato dall'esondazione in viale Ca' Granda a Milano
Un tram bloccato dall'esondazione in viale Ca' Granda a Milano

Nelle prime ore di martedì 31 ottobre il fiume Seveso è esondato, creando allagamenti nelle strade e nei sottopassi. Sono stati oltre 170 gli interventi dei vigili del fuoco, in alcune tratte tram e metro sono stati sospesi. Colpita soprattutto l'area di Milano Nord, Niguarda e Ca' Granda. Evacuata in via preventiva l'area del parco Lambro.

Lo straripare del Seveso è tra le conseguenze più frequenti delle piogge abbondanti a Milano. L'ultima esondazione si è verificata il 15 settembre scorso, quando un nubifragio aveva sradicato diversi alberi e allagato sottopassaggi. Comune e Regione hanno in cantiere progetti di contenimento per limitare i danni. Il collaudo delle vasche di laminazione nella zona più sensibile, quella di Milano Nord, è previsto per l'autunno ma non è ancora stato eseguito. E non è detto che sarà la soluzione. Secondo l'ultimo rapporto Ispra, la Lombardia è la regione con l'incremento maggiore del consumo di suolo, un dato che gli studiosi collegano alla frequenza delle esondazioni. Come spiega a Fanpage.it Roberto Perotti, presidente dell'Ordine dei geologi della Lombardia: "Ponti, tombini e arginature rendono inevitabili le esondazioni del Seveso. Le vasche di laminazione sono l'unica soluzione per le aree urbanizzate".

Perché il Seveso esonda così spesso?

Il problema è noto e si ripresenta ad ogni evento piovoso, anche non straordinario o eccezionale. Quello del Seveso è un bacino di circa 227 km quadrati di cui 100 km quadrati di area urbanizzata, quindi stiamo parlando di una realtà in cui la sezione dell'alveo è chiaramente limitata e confinata. Questo è uno dei motivi che ha creato e che crea regolarmente questi fenomeni. La presenza poi di attraversamenti come ponti, restringimenti e arginature non continue anche questo certamente sta creando questi problemi.

Il fatto che l'esondazione sia eclatante è dovuto anche al fatto che il corso d'acqua si diriga verso un'area urbanizzata, perché la sezione impone al corso d'acqua di passare attraverso le abitazioni, le case, le strade. Questo crea nuovi problemi.

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Tra le cause dell'esondazione così frequente del Seveso c'è anche l'impermeabilità del suolo?

Sicuramente sì, perché i quantitativi d'acqua che defluiscono nel corso d'acqua sono maggiori e con una velocità maggiore. Ma in realtà l'esondazione è data anche dai numerosi restringimenti dettati da attraversamenti trasversali al corso d'acqua, cioè ponti, che riducono la sezione e che quindi per effetto di rigurgito fanno sì che il quantitativo d'acqua non riesca a passare quell'attraversamento. In questo modo, a monte il corso d'acqua tende ad alzarsi di livello e a esondare rispetto alle sue sponde (naturali o artificiali).

Quindi le costruzioni artificiali contribuiscono alle esondazioni del Seveso?

Hanno accelerato questi fenomeni. Hanno ridotto anche quella che può essere il naturale sviluppo laterale delle acque, perché incontrando strade o muri di contenimento, le acque possono solo salire di livello e a un certo punto straripare.

Il Seveso nasce in vicinanza del lato di Como, in prossimità del Canton Ticino. Nel primo tratto è naturale, nell'ultimo tratto è tombinato. Questa situazione crea una sorta di collo di imbuto. Tutto quello che non riesce a defluire da questa sezione tende a esondare dove trova sfogo, cioè a monte, nello specifico di Milano Nord, della zona di Niguarda, Ca' Granda che sono le zone che regolarmente esondano e sono allagate.

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La Regione Lombardia sta lavorando a vasche di laminazione per contenere le acque. Come funzionano?

Sono in sostanza dei bacini, dei contenitori. Nel momento in cui il corso d'acqua supera un certo livello, le acque defluiscono in questi bacini. Si tratta di allargamenti dell'alveo creati in modo artificiale per contenere l'eccesso di acqua, che diversamente si riverserebbe nelle strade. La vasca di Bresso dovrebbe essere in fase di collaudo, mentre gli altri bacini sono ancora in fase di realizzazione. Che io sappia, i lavori sono stati anche rallentati da comitati cittadini che si sono opposti alla costruzione.

Secondo lei le vasche sono una soluzione corretta?

In una realtà ampiamente urbanizzata è – e dico ahimè – l'unica soluzione. C'è anche un altro aspetto che è stato messo in gioco da regione Lombardia e risale al 2017. Esiste un regolamento regionale che prevede ad esempio per le nuove costruzioni o per demolizioni e ricostruzioni di edifici il principio di varianza idraulica idrologica. Significa che per far fronte alle acque piovane, che cadono sui tetti sui piazzali impermeabilizzati, il privato o comunque chi va a costruire ex novo deve prevedere dei sistemi per il deflusso delle acque meteoriche, cioè delle acque di pioggia possibilmente con l'infiltrazione nel sottosuolo, quindi evitando di confluire nella fognatura, o nei ricettori superficiali, quindi nei corsi d'acqua. Questo potrebbe, anzi, sicuramente dovrebbe, favorire, in particolar modo nelle aree urbanizzate, un minore quantitativo d'acqua che va a defluire con velocità oltretutto elevate. Si consideri che una pavimentazione in asfalto accelera il deflusso delle acque, mentre un suolo erboso ridurrebbe questo fenomeno.

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I comitati contrari alle vasche si oppongono per ragioni di bonifica delle acque. C'è un fondamento nelle loro ragioni?

C'è sempre stato un discorso qualitativo delle acque. C'è sempre stata la possibilità dello scarico delle acque reflue preventivamente depurate, questo è quello che dovrebbe essere previsto. C'è sicuramente un aspetto ambientale, ma a questi ricorsi che io sappia Regione Lombardia ha saputo rispondere e ha vinto i ricorsi dei cittadini.

Il lago di Como è esondato e lunedì il consorzio del Mincio ha attestato un innalzamento di 20 centimetri del lago di Garda. C'è un pericolo in altre zone della Lombardia? I laghi sono diversi dai fiumi in questo?

Nei laghi c'è un'ampia capacità e una possibilità di invaso e di margini di sicurezza, fatto salvo periodi di pioggia concentrata e questo potrebbe creare dei problemi. Come è successo stanotte sul lago di Como, con un'esondazione verso la città. Purtroppo è legato a eventi meteorici molto intensi che non danno la possibilità all'acqua di defluire. Il paradosso è che quest'anno abbiamo avuto un inizio anno particolarmente siccitoso, incrementi o decrementi sono naturali, chiaro è che non è escluso che ci possano essere situazioni di rischio

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