Perché il posto fisso a 1800 euro al Comune di Bozzolo non interessa a nessuno
Il posto fisso. Il contratto a tempo indeterminato, gli orari prestabiliti, le garanzie e le tutele. Lo decanta come un mantra nei suoi film Checco Zalone, che (anche) su questo ha costruito la propria potenza di fuoco mediatica. Lo anelano a gran voce i tanti giovani e precari che si trovano a vivere in un'Italia dalle condizioni di lavoro sempre più instabili, con buchi neri di illegalità ovunque: mestieri non retribuiti, contratti a scadenza, cifre al continuo ribasso.
Per questo ha fatto discutere la notizia del ruolo vacante al Comune di Bozzolo, provincia di Mantova: qui un bando per la posizione da responsabile dell'ufficio tecnico a tempo indeterminato, e ricompensata con poco meno di 1850 euro lordi, va deserta da quasi un anno.
I candidati rinunciano
A niente servono i continui tentativi dell'amministrazione comunale, tra il prorogare la scadenza della presentazione delle domande o il cancellare alcune prove per snellire la procedura burocratica.
Ogni volta i candidati sono pochi. E quei pochi che si palesano spesso rinunciano ancora prima di iniziare – o addirittura consegnano in bianco il compito. Così, ripetutamente, dal settembre del 2021.
Il posto pubblico non interessa più?
"Evidentemente sono cambiati i tempi, e il posto pubblico al momento è meno allettante", ha commentato il sindaco Giuseppe Torchio alla Provincia di Cremona. "Come amministrazione abbiamo davvero messo in campo ogni energia per portare a termine questo concorso".
E ancora niente da fare. Ma qual è allora il problema? Il fatto ha scatenato tante reazioni sui social, dividendo l'Italia in due. E anche in tre, quattro.
Le nuove generazioni
Il primo dito puntato è verso le nuove generazioni, poco addestrate alla fatica e alle responsabilità. "Tanto lavoro e responsabilità che parecchi non se la sentono di affrontare". "Forse forse, lo stato sta sbagliando qualcosa coi giovani ultimamente: nessuno vuole più responsabilità". E c'è chi indica la via.
"Io credo che i ragazzi dovrebbero aver voglia di lavorare, di imparare, di crescere professionalmente. Certo non è uno stipendio da ricconi, però bisogna pur cominciare, anche a prendersi le responsabilità con onestà e buona fede".
Ruolo troppo specialistico?
Può incidere anche la preparazione dei candidati? "Per fare il responsabile dell'Ufficio Tecnico Comunale occorre una laurea in Ingegneria o Architettura, una bella dose di esperienza di procedimenti amministrativi nella Pubblica Amministrazione, un'approfondita conoscenza delle leggi del settore Urbanistico ed Edilizio e, fondamentale, una spiccata capacità organizzativa e decisionale. Tutto questo non è facile da trovare".
Forse, a concorrere al problema può essere anche l'assenza di personale specializzato.
Il rapporto con il privato
Ma il grande tema è forse quello della paga: in questo caso, quasi 1850 euro lordi. Sembrano tanti, ma forse sono pochi. Pochi rispetto alle cifre che si possono guadagnare nel privato, ad esempio.
"Nel privato si prende almeno il triplo, non ne vale la pena". Soprattutto se ci si trova a vivere al Nord, "dove il costo della vita è maggiore rispetto al Sud". "Una persona che ha questi requisiti trova immediatamente lavoro in un settore ordinario qualsiasi con uno stipendio dal doppio al triplo, almeno".
Con stipendi più alti e posizioni professionalmente più gratificanti. "Un ingegnere credo abbia tutte le carte in regola per aspirare a qualcosa di meglio, che un posto da impiegato".
Responsabilità a basso prezzo
Una paga bassa rapportata anche al peso delle responsabilità, civili e penali, in capo agli amministratori comunali. L'annoso tema, ritornato in auge dopo il caso di cronaca della sindaca di Crema, che per un bambino che si era schiacciato le dita all'asilo si era trovata alla porta un avviso di garanzia per lesioni colpose.
Più piccolo è il comune, più grande è il rischio. "Responsabilità che la gente neanche si immagina, per questi quattro soldi".
"Bisognerebbe ripensare ai compensi. Il posto pubblico non è più allettante per il pessimo rapporto responsabilità/stipendio". "Per la responsabilità che ci si assume è una paga da fame".