Perché il cane ritrovato con il collare che rilascia scariche elettriche è stato restituito al padrone

Il cane ritrovato nel Mantovano è stato ritrovato stremato dalle scosse del collare elettrico che indossava. Daniela Doffini, la presidente dell’associazione che lo ha salvato spiega a Fanpage.it perché, nonostante le atroci sofferenze, è stato riconsegnato al suo padrone. Non sarebbe l’unico caso nella zona.
A cura di Fabio Pellaco
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Il cane soccorso dai veterinari di Ats (foto Facebook)
Il cane soccorso dai veterinari di Ats (foto Facebook)

"È la procedura che dice di restituire il cane al proprietario, ma avendo le prove visive della sua sofferenza dico che si sarebbe potuto sequestrare". Il cane ritrovato stremato sul ciglio della strada a Quistello, nel Basso Mantovano, doveva essere sottratto alle sofferenze inflittegli dal suo padrone. A dirlo è Daniela Doffini, presidente della sezione di San Benedetto Po di 4Zampe nel Cuore Italia che a Fanpage.it ha raccontato gli ultimi sviluppi della vicenda.

Il cane ritrovato stremato sul ciglio della strada

Il ritrovamento è avvenuto sabato 9 settembre in via Zottole, nei pressi della strada provinciale 496 di Quistello. "Una mia volontaria è andata a casa dei suoi genitori che abitano nei dintorni e ha notato questo cane svenuto sul ciglio della strada, quindi ha pensato subito fosse stato investito. Ha visto che non c'erano lesioni, ma ha notato il collare elettrico", racconta la presidente.

La procedura prevede di allertare gli operatori della locale Agenzia di Tutela della Salute (Ats) che ha inviato immediatamente sul posto un veterinario con l'ambulanza specializzata. "Il cane – prosegue Doffini – non era denutrito però era stremato, sfinito, in gravi condizioni psicologiche. Dopo avergli prestato le prime cure necessarie, lo hanno liberato dal collare elettrico che, posato a terra, continuava a rilasciare scosse, quindi lo stavano cercando".

I volontari sono contrari alla restituzione del cane

"Dopo aver letto il microchip hanno contattato il proprietario, un cacciatore della zona, che ha negato l'utilizzo del collare, nonostante le evidenze". Il cane è stato restituito al padrone tra le rimostranze della presidente dell'associazione, ma il personale di Ats ha comunicato all'uomo che avrebbe condotto ulteriori accertamenti.

"Come associazione andremo avanti perché questo signore aveva altri due cani in macchina della stessa razza. Non sono riuscita a vedere se ci fossero degli altri collari elettrici perché lui aveva capito che stavamo controllando e quindi non ha ci ha lasciato avvicinare alla macchina".

Doffini: "Non è l'unico caso nel Basso Mantovano"

La presidente dei volontari di 4Zampe nel Cuore denuncia che l'utilizzo del collare elettrico sarebbe una pratica molto diffusa: "Nel Basso Mantovano non è l'unico caso, tutti i cacciatori ne fanno uso, anche se è illegale. Nessuno vede niente e se vede si gira dall'altra parte. Secondo me c'è qualche guardiacaccia, spero non tutti, che non solo chiude un occhio li chiude tutti e due e anche le orecchie".

"Federcaccia mi ha risposto attraverso un giornale locale che questa pratica è vietata, ma potrebbe essere usata per educare il cane. Io chiedo un confronto con i responsabili regionali – prosegue Doffini – perché vorrei capire cosa significa per loro educare in questo modo un cane. Per me significa renderlo deficiente".

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