Perché i vestitini di Diana Pifferi sono ancora stesi e il passeggino è sul pianerottolo
I suoi vestitini ancora stesi al sole sul retro del palazzo, dopo un'estate intera, ingialliti dal tempo. Il passeggino abbandonato sul pianerottolo.
È quello che rimane della piccola Diana, la bambina di 18 mesi abbandonata dalla madre in casa e morta di stenti dopo una settimana, nella casa di Ponte Lambro in cui è stata ritrovata cadavere. Un condominio dell'estrema periferia milanese, oltre la tangenziale Est che delimita la città come delle antiche mura.
Gli omaggi dei vicini per Diana
Restano anche solo pochi frammenti dei ricordi e degli omaggi che i vicini avevano appeso alla cancellata del palazzo, una volta appresa la notizia. Peluche, fogli, scritte colorate, palloncini. È sparito quasi tutto, ad eccezione di una "D" rovinata, incollata sulle assi di ferro. I sigilli bianchi e blu della polizia giudiziaria disegnano una x sul portone di casa Pifferi, dove la madre Alessia non tornerà mai più.
"Qui non tornerà più"
I vicini, del resto, non la accoglierebbero più nella comunità. "Speriamo resti in carcere tutta la vita", dicono anche oggi. "Quando non si vuole un figlio, lo si lascia in chiesa". Erano gli stessi che raccontavano come Alessia fosse distante dalla figlia, al punto da portarla poco a spasso fuori e da tenerla sempre sul passeggino. "Come può una persona sana di mente fare quello che ha fatto lei? Devono buttare via la chiave del carcere", sentenziano ancora. Nessun perdono per Alessia. Nè ora, né mai.