Perché i milanesi hanno smesso di prendere i mezzi pubblici (e questo è un grande problema)
Sono 320 milioni, quelli che il Comune di Milano spera di incassare nel 2022 sul fronte del trasporto pubblico. Un dato che, seppur ottimistico, genera comunque un buco di circa 120 milioni rispetto al 2019: in epoca pre pandemica, il costo dei biglietti portava linfa nelle casse del Comune per ben oltre 437 milioni di euro. Il sindaco Beppe Sala grida intanto all'emergenza. Cosa sta succedendo? Perché, a quanto emerge dai dati, i milanesi prendono sempre meno i mezzi pubblici?
Il cambio delle abitudini post pandemia
"Non penso sia una disaffezione al trasporto pubblico", sostiene l'assessora alla Mobilità del Comune Arianna Censi, intervistata da Fanpage.it. "In parte c'è un cambiamento della modalità di lavoro dei milanesi. Mediamente le persone fanno smartworking almeno un giorno alla settimana : un quinto dei viaggi". Senza contare il cambio delle abitudini dei cittadini in generale. "In tanti utilizzano mezzi differenti: abbiamo visto l'aumento delle biciclette o delle modalità di trasporto all'aperto come il monopattino o la camminata, ad esempio. Forse scontiamo ancora un po' la paura degli spazi chiusi e affollati".
Monopattini e biciclette in sharing, che aumentano la mobilità sostenibile di una città. Ma che spesso, però, fanno capo a società private. "In ogni caso, si tratta di un sistema di connessione con il trasporto pubblico locale, non un'alternativa. Vengono utilizzati per raggiungere in fretta la fermata della metropolitana o per tratte molto brevi, inferiori al chilometro".
Gli investimenti nel trasporto pubblico nonostante il "buco" dei biglietti
Intanto, nonostante la flessione negli incassi dei biglietti, il Comune sta investendo sempre più nel trasporto pubblico: dai 667 milioni del 2012, agli 838 dello scorso anno. E adesso arriva (dopo svariati annunci) anche la linea Blu M4.
"Ma le due cose non sono in contrasto. I mezzi milanesi trasportano un milione e duecentomila persone al giorno", dichiara l'assessora Censi. E non solo. "La transizione ecologica verso una mobilità più sostenibile in città si sostenta solo grazie a un trasporto pubblico locale forte: è giusto investire sempre più. Portare sempre più persone a utilizzare i mezzi pubblici".
Perché i primi dati dopo Area B non sono incoraggianti?
E come si spiegano quindi i primi dati poco incoraggianti dopo Area B (il provvedimento che da ottobre impedisce l'ingresso dei mezzi più inquinanti a Milano), in cui pare addirittura che vi sia un incremento delle automobili? Sì, perché nei giorni feriali di ottobre, a un mese dall'entrata in vigore di Area B, si sono registrati quasi 700mila ingressi: circa 30 mila in più rispetto ad aprile.
"È troppo presto per fare valutazioni. La diminuzione è legata principalmente alla trasformazione delle abitudini". Ma il punto è un altro. "In questo caso, più che il trasporto locale cittadino, sarebbe necessario potenziare il trasporto regionale".
Aumentare il costo dei biglietti è la soluzione?
"La biglietteria non funziona ancora come prima del Covid", ha detto recentemente il primo cittadino Beppe Sala. Puntando il dito poi anche contro i "costi fissi", che sono rimasti tali, e le bollette quadruplicate. E allora la soluzione può essere solo una: aumentare il costo dei biglietti. Ma così non si rischia di portare a bordo meno passeggeri, e quindi di aggravare il problema?
"Bisogna spingere sugli abbonamenti, aumentando il biglietto ordinario. Quello lo utilizzano i viaggiatori saltuari, ed è giusto che paghino la qualità del servizio. E il rapporto qualità/prezzo di Milano, poi, è alto".
I metodi per incentivare l'utilizzo del trasporto pubblico
Qualità, dovrebbe essere il mantra. Lo sostiene anche Matteo Colleoni, professore di Sociologia dell'ambiente e del territorio all'università Bicocca, raggiunto da Fanpage.it. "I milanesi comunque prendono molto il mezzo pubblico, è tra le città d'Italia che ne fanno più utilizzo. Detto questo, è vero che in questi ultimi anno c'è stato un calo: la crisi pandemica ha sicuramente ridotto l'utilizzo del trasporto locale e aumentato quello del mezzo privato. Questi fenomeni purtroppo fanno fatica a riprendersi nell'immediato".
Come uscirne, dunque? "Comunicando in maniera chiara e continua i vantaggi dell'utilizzo di bus, tram metro". In primis la questione portafoglio. "Si sovrastimano i costi del mezzo pubblico rispetto a quello privato, che invece fa spendere molto di più". E poi un'altra questione. "La qualità del mezzo deve essere fondamentale: a livello di frequenza, di estetica, di sicurezza, di velocità". Investendo continue risorse sulla mobilità pubblica. E anche, perché no, aumentando il biglietto della singola corsa.
Un provvedimento solo apparentemente impopolare, insomma. "Dove c'è un prezzo basso e di conseguenza una bassa qualità, la domanda sarà bassa: pensiamo al caso del Sud Italia. Al contrario, nelle città europee in cui il trasporto costa di più il servizio è di maggiore qualità, e la domanda è molto più alta. È vero che si tratta di Paesi in cui lo stipendio medio è generalmente più alto, certo. Ma è altrettanto vero che chi vive e abita lì usufruisce di abbonamenti convenienti: il tasso di abbonati è altissimo. E le politiche di abbonamento consentono di utilizzare ancora di più il mezzo pubblico: di sera per andare al cinema, per andare a fare la spesa o in centro".