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Perché i giudici sostengono che Alessandro Impagnatiello ha premeditato l’omicidio di Giulia Tramontano per sei mesi

Sono state depositate le motivazioni della sentenza all’ergastolo per Alessandro Impagnatiello. La Corte, pur ricostruendo questo progetto criminoso posto in essere per mesi, ha ravveduto la sussistenza dell’aggravante della premeditazione, nelle condotte poste in essere da Alessandro Impagnatiello nelle ore antecedenti al femminicidio di Giulia Tramontano.
A cura di Margherita Carlini
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Nelle motivazioni relative alla sentenza di condanna all’ergastolo di Alessandro Impagnatiello, per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, incinta del loro bambino Thiago, la Corte D’Assise di Milano ripercorre il complesso lavoro di indagine effettuato per l’accertamento della verità.

Emerge il castello di bugie che Impagnatiello aveva costruito giorno dopo giorno, portando avanti due relazioni parallele, quella con Giulia Tramontano e quella con A., rimaste incinte di lui indicativamente negli stessi giorni.

È ben descritto il comportamento manipolatorio e la costante mistificazione della realtà posta in essere dall’imputato con l’intento di mantenere in piedi entrambe le relazioni cercando di apparire, agli occhi di parenti ed amici, il padre ideale del nascituro che Giulia Tramontano portava in grembo.

Un castello di bugie crollato improvvisamente, il 27 maggio, giorno in cui Tramontano è stata uccisa, nel momento in cui le due donne sono riuscite a mettersi in contatto e a confrontare le rispettive condizioni.

Ma ciò che viene ricostruita dettagliatamente è soprattutto la premeditazione con cui Impagnatiello ha scelto e organizzato l’omicidio della sua compagna con conseguente decesso di Thiago che era nel suo grembo. Un proposito criminoso il suo che ha avuto origine molti mesi prima l’omicidio e precisamente dal 12 dicembre.

Un proposito che Impagnatiello non ha mai accantonato, ma anzi ha accresciuto e affinato con il trascorrere dei mesi, come rivelano le ricerche fatte in internet e gli esami medico-legali effettuati sul corpo di Giulia Tramontano. Impagnatiello, nel corso di quei sei mesi ha ordinato, sotto falso nome, del cloroformio per narcotizzare la sua compagna, si è informato sull'effetto di altri sedativi, le ha somministrato del topicida e dell’ammoniaca, il tutto con estrema cautela, cercando di non essere scoperto anche in considerazione del fatto che Giulia Tramontano, per il suo stato di gravidanza, si sottoponeva a regolari accertamenti.

Ma la Corte, pur ricostruendo questo progetto criminoso posto in essere per mesi, ha ravveduto la sussistenza dell’aggravante della premeditazione, nelle condotte poste in essere dall’imputato nelle ore antecedenti al femminicidio. All’incirca dalle 15 di quel 27 maggio, momento in cui Giulia Tramontano gli comunica di essere stata contattata da A. e dell’appuntamento fissato con lei quel pomeriggio.

In quel momento, dopo aver tentato inutilmente di prendere tempo e di cercare un confronto individuale con ognuna delle due donne, probabilmente nella speranza di riuscire a manipolarle ancora, Impagnatiello ha chiesto al proprio datore di lavoro di poter andare via prima, sottraendosi di fatto con una scusa, al confronto organizzato da Giulia Tramontano e A. Quel 27 maggio Impagnatiello è rientrato presso la propria abitazione intorno alle 17.

Nel frattempo presso l’Armani Hotel, le due donne stavano parlando e condividendo le reciproche informazioni in loro possesso.

Una volta incastrato dalle evidenze acquisite in corso di indagini dagli inquirenti, Impagnatiello ha confessato l’omicidio di Giulia, collocandolo intorno alle 20.30/ 21.00 del 27 maggio con l’intento di poter così escludere proprio l’aggravante della premeditazione. Per l’accusa invece l’omicidio va collocato, in base agli elementi raccolti (testimonianze dei vicini di casa, messaggistica), intorno alle 19.00/19.10, cioè immediatamente dopo il rientro a casa della donna.

Dal momento in cui Impagnatiello è rientrato a casa, ha architettato e posto in essere l’agguato contro Giulia Tramontano con l’intento di ucciderla cogliendola di sorpresa, al momento in cui la donna si introduce nell’abitazione. È in quel lasso di tempo, tra le 17.00 e le 19.00 circa, che Impagnatiello ha tolto da terra il tappeto che era in sala e ha ricoperto il divano con un telo per evitare che si macchiassero di sangue.

A conferma di quest’azione preparatoria al delitto, posta in essere dall’imputato, le ampie macchie di sangue latenti riferibili a Giulia Tramontano, rinvenute sotto il tappeto in sede di sopralluogo. Poco prima del rientro di Tramontano (19.00.25), Impagnatiello carca in internet “ceramica bruciata vasca da bagno”, avendo già in mente pertanto, di eliminare il corpo di Giulia, carbonizzandolo, nella vasca.

Significativo in tal senso anche il messaggio che l’uomo le ha inviato, chiedendole di avvisarlo quando sta per rientrare. Un interesse che può essere spiegato, in una fase così delicata (Giulia Tramontano in quegli istanti scriveva a Impagnatiello che non gli avrebbe mai fatto vedere il bambino, che se ne sarebbe dovuto andare via di casa, che sarebbe annegato “nella tua stessa m**da”) solo con il fine di predisporre l’agguato mortale.

Quindi Giulia Tramontano è stata aggredita nell’attimo in cui è entrata in casa, intorno alle 19.00, quando una vicina ha sentito la voce di una donna che urlava, verosimilmente nel corso di un’accesa discussione che però è durata “uno o la massimo due minuti”. Dopo di che è stata colpita con decine di coltellate.

Poco più di un’ora dopo, Impagnatiello era già intento a depistare le indagini, inviando a conoscenti e parenti una serie di messaggi volti a far credere che si fosse allontanata volontariamente.

È nel lasso di quelle due ore, dalle 17.00 (quando Impagnatiello rincasa) alle 19.00, che la Corte ravvede ulteriormente la premeditazione. Un intervallo temporale, che se bene di poche ore, era finalizzato alla predisposizione e al compimento dell’agguato mortale, nel corso del quale Impagnatiello ha mantenuto costantemente il suo intento criminoso, senza avere ripensamenti e predisponendo una serie di azioni finalizzate allo scopo di uccidere Giulia Tramontano.

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Sono Psicologa Clinica, Psicoterapeuta e Criminologa Forense. Esperta di Psicologia Giuridica, Investigativa e Criminale. Esperta in violenza di genere, valutazione del rischio di recidiva e di escalation dei comportamenti maltrattanti e persecutori e di strutturazione di piani di protezione. Formatrice a livello nazionale.
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