Perché i dazi imposti da Trump potrebbero danneggiare la Lombardia: “Crollo dell’occupazione e aumento dell’inflazione”

"La peggiore delle ipotesi è il crollo dell'occupazione e l'aumento dell'inflazione. La migliore è che non succeda quasi nulla". A parlare è il professore e ricercatore del Dipartimento di Economia e finanza all'università Cattolica di Milano, Paolo Balduzzi, che ha spiegato a Fanpage.it cosa sta succedendo e quali sono i possibili scenari di rischio legati ai nuovi dazi introdotti dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per la Lombardia.
"Trump accusa il resto del mondo di approfittarsi della generosità americana, cioè del fatto che l'America compri molto più all'estero rispetto a quanto esporti arricchendo il resto del mondo e impoverendosi", ha iniziato a spiegare Balduzzi. "È una situazione complessa perché è una materia in totale evoluzione. Ma proviamo a immaginare la migliore e la peggiore delle ipotesi possibili poi, probabilmente, succederà qualcosa che sarà nel mezzo".
"Nella migliore delle ipotesi non succederà quasi nulla", ha continuato a raccontare il professore. "Se i consumatori statunitensi si dimostreranno talmente legati ad alcuni beni tanto da continuare ad acquistare all'estero, allora la loro domanda sarà particolarmente "rigida", cioè non cambierà anche se cambia il prezzo. Continueranno ad acquistare e così le aziende straniere continueranno a vendere più o meno come prima, cercando di compensare le poche perdite in mercati diversi".
"Nella peggiore delle ipotesi queste vendite crolleranno e le aziende non riusciranno a vendere gli eccessi di produzione in un altro Paese. A quel punto potranno decidere o di diminuire la produzione – e questo vuol dire meno occupazione nel nostro Paese – oppure di spostare la produzione negli Stati Uniti per continuare a vendere, ma dall'interno, e quindi senza i dazi", ha detto ancora Balduzzi. "In ogni caso questo vorrebbe dire che ci sarebbe meno domanda di lavoro nel nostro Paese e quindi torneremmo a una situazione di inflazione".
In questo scenario generale, la situazione è particolarmente rischiosa per la Lombardia. "Ci sono alcune regioni come, appunto, la Lombardia che esportano di più negli Stati Uniti e quindi, considerando lo scenario peggiore, sono anche quelle che risentiranno di più dei possibili danni. Ci sono tanti imprenditori del nord che hanno già detto che sposteranno la produzione negli Stati Uniti, ma la miglior reazione, almeno nelle prime settimane, se non addirittura nei primi mesi, sarebbe, invece, quella di non fare niente. Bisogna prima vedere qual è l'effetto reale di questi dazi sulle domande dei beni che vengono prodotti in Italia e in Lombardia".
A riguardo la Confederazione ha stilato una classifica delle regioni e delle province più esposte agli effetti dei dazi decisi dall’Amministrazione Trump e al primo posto per la maggiore quota delle nostre esportazioni negli Usa risulta esserci proprio la Lombardia con 13.510 milioni di euro (20,5% del totale nazionale). Per quanto riguarda le province, invece, al primo posto per export negli Stati Uniti nel 2024 si colloca la città di Milano con ben 6,1 miliardi di euro.
"Tra i cittadini i più esposti a questi rischi sono gli investitori. Coloro che hanno molte azioni sono quelle che rischiano di più, perché l'incertezza al momento si sta pagando tanto sulle borse", ha concluso a Fanpage.it il professor Balduzzi. "È vero che adesso stanno riguadagnando, ma si sono persi un sacco di soldi, quindi sono quelli che dovrebbero essere un po' più preoccupati. Per tutti gli altri la situazione potrebbe evolvere anche in peggio, ma non credo che nelle prossime settimane si possano vedere delle conseguenze drammatiche".