Perché gli ospedali della Lombardia sono sotto stress
Negli ultimi mesi, in particolare nel periodo natalizio, in Lombardia (e non solo) si sono registrati numerosi casi di influenza e Covid-19. Tantissimi cittadini, infatti, hanno dovuto fare i conti con raffreddore, tosse e febbre alta. Tra i soggetti più colpiti ci sono soprattutto i bambini.
I pronto soccorso hanno dovuto fare i conti con una moltitudine di accessi: In Lombardia e in generale in Italia l'emergenza urgenza è sotto stress da diverse settimane.
I dati, che si rifanno alla 51esima settimana 2023 e quindi fino al 21 dicembre, mostrano come le sindromi influenzali abbiano registrato il picco più alto degli ultimi anni: "L'incidenza è tra le più alte degli ultimi anni", spiega a Fanpage.it il professore Massimo Puoti, Direttore della Malattie Infettive dell'Ospedale Niguarda.
Qual è la situazione attuale dei pronto soccorso a Milano?
I pronto soccorso sono sotto stress in Lombardia e in generale in tutta Italia. I dati che abbiamo fanno riferimento alla 51esima settimana 2023: sono stati pubblicati il 29 dicembre, ma arrivano fino al 21 dicembre.
Emerge che quella della 51esima settimana è tra l'incidenza più alte degli ultimi quindici anni. La maggior parte delle sindromi influenzali è osservata nei bambini fino ai quattro anni, è meno in crescita negli adulti e negli anziani.
Per quanto riguarda la mortalità, è bene precisare che è difficile stabilire quanti siano i morti per influenza. È però possibile valutare se vi sia un eccesso di mortalità rispetto a quella attesa. Per esempio in tutta Italia, nella 51esima settimana, ci si aspettava 249 decessi: in realtà ne abbiamo avuto 267.
Sono aumentati anche i casi di Covid?
Il virus influenzale h1n1 è più rilevante, ma sicuramente al secondo posto c'è il Coronavirus. I dati relativi alla cinquantesima settimana mostrano come l'influenza sia cresciuta del doppio rispetto al Covid. Subito dopo questo, troviamo persone positive ad altri virus.
Perché i pronto soccorso sono sotto stress?
Ci sono stati parecchi ponti tra una festività e un'altra che ha portato le persone a rivolgersi ai pronto soccorso. Al di là di questa specifica, c'è un problema generale dato dal fatto che le persone si rivolgono più ai pronto soccorso perché è possibile fare una serie di accertamenti che è difficile trovare sul territorio.
Purtroppo con le poche risorse che ci sono nel sistema sanitario italiano non si possono fare miracoli. C'è poi un problema relativo ai posti letto: questi, nel tempo, sono diminuiti. C'è quindi una difficoltà a dimettere i pazienti anziani perché mancano posti in riabilitazione sub acuta.
Purtroppo se sulla sanità si investe solo il 6 per cento del Pil, mentre in altri Paesi se ne investe il 12, non ci i può aspettare che il nostro sistema funzioni come quello francese o tedesco. Quando ci sono periodi di stress dettati dal Covid 19 o dall'influenza, il sistema entra in crisi e il primo a farne le spese è il pronto soccorso.
Poche persone hanno fatto il vaccino anti influenzale?
C'è stata una campagna vaccinale non perfetta. Probabilmente c'è anche un po' di stanchezza nei confronti dei vaccini, dopo il periodo Covid. Prima di fare ipotesi, aspetterei i dati sul numero delle vaccinazioni.
Quest'anno i sintomi influenzali sono più violenti di quelli del Covid?
Tra influenza e Covid ci sono delle differenze dal punto di vista clinico. Forse in ospedale c'è la sensazione che la prima sia più grave, ma c'è un errore di base. Nelle strutture ospedaliere il tampone per il Covid viene fatto a chiunque venga ricoverato quindi anche agli asintomatici.
Quello per l'influenza, invece, viene fatto solo per chi ha sintomi più precisi. La minore aggressività del Covid potrebbe quindi essere una falsa impressione che deriva dal fatto che viene diagnosticato su tutti mentre l'influenza solo nei più gravi.