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Perché è scoppiato il caso della festa in piscina per sole donne a Limbiate

Un pool party “muslim friendly” per sole donne a Limbiate (Monza e Brianza) previsto per sabato 8 luglio. “Uno spazio per divertirsi, rilassarsi e sentirsi libere”, secondo le parole degli organizzatori. Ma l’evento viene prima osteggiato dalla Lega, e poi scomunicato dai gestori del parco acquatico.
A cura di Francesca Del Boca
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Può un pool party diventare un caso nazionale? A quanto pare sì. Succede a Limbiate, comune nel cuore della Brianza, dove una festa privata tra donne è diventata argomento di scontro tra fazioni politiche. Ma facciamo un passo indietro.

Il party in piscina per donne musulmane

Si chiama Bahja (in arabo "gioia") Pool Party l'iniziativa che gli organizzatori pubblicizzano sulle proprie pagine social. Non una semplice festa, ma "il primo evento in aquapark per donne musulmane". Di cosa si tratta? "Un esclusivo party in piscina solo al femminile. Finalmente riuscirai a conciliare la bellezza e l’orgoglio del hijab, con i tuoi bisogni di svago e di cura verso te stessa", recita il post su Facebook. La data prevista, sabato 8 luglio. Il luogo verrà svelato solo alle partecipanti. "Preparatevi ad immergervi in un'esperienza unica e in totale serenità".

Sì, perché la segretezza e la privacy sono al centro dell'iniziativa "muslim friendly", ma "aperta a tutte le donne di qualsiasi etnia e religione". "Una fantastica giornata di sole donne all’insegna del divertimento, libere da tutte le preoccupazioni e dagli sguardi indiscreti”. Staff unicamente al femminile tra bagnine e security, vietati foto e video, niente palazzi e inquilini spioni nei dintorni della piscina. Corpi liberamente esposti al sole. "Almeno una volta ti sei sentita a disagio a uscire dall'acqua con il burkini o con il velo? Anche questo vuol dire essere una donna musulmana che vuole godersi l'aria dell'estate tra i suoi capelli e sulla sua pelle. Per divertirsi, rilassarsi e sentirsi libere di essere se stesse".

Quattro piscine, scivoli, trampolini, aperitivi a bordo piscina. Il costo del biglietto, che non è acquistabile in loco il giorno dell’evento ma solo online in prevendita, ammonta a 27 euro per le adulte e 15 per le bambine dai 5 ai 9 anni, mentre per le piccolissime fino ai 4 anni l’ingresso è gratuito.

La polemica della Lega

Tutto perfetto? Non proprio. A guastare la festa ci pensa l'eurodeputata leghista Isabella Tovaglieri, che in un video social definisce l'iniziativa "agghiacciante" e denuncia "l'islamizzazione dell'Europa". E ancora. “Una festa all'insegna della segregazione femminile", le sue parole. "A lasciare sgomenti è anche l'ingresso previsto per le bambine. Un modo per indottrinarle prematuramente e subdolamente alla segregazione e alla sottomissione". Insomma, quella del parco acquatico brianzolo sarebbe una festa contro i diritti delle donne "conquistati faticosamente in Occidente, e piegati qui a usi e costumi che ci vorrebbero relegate al pari di oggetti e di animali". 

Gli organizzatori annullano l'evento: "Troppe polemiche"

Parole forti, che fanno sollevare uno tsunami. Un ‘onda altissima che travolge soprattutto i gestori della struttura prenotata per la festa, i rappresentati delle Piscine Al Gabbiano di Limbiate. Che prontamente si dissociano, e fanno sapere di essere intenzionati ad annullare l'iniziativa per sole donne: "Date le polemiche mediatiche nate in questi giorni, comunichiamo che non è in programma nessun evento per il giorno sabato 8 luglio 2023″, scrivono infatti in una nota. "Siamo persone che in primis tengono alla tutela e all'emancipazione delle donne. Avessimo saputo prima alcuni dettagli avremmo rifiutato subito la proposta in questione".

"Ci dissociamo dalle voci riguardanti il sequestro del telefoni e lo spegnimento delle videocamere di sorveglianza, assolutamente fuori dalle nostre intenzioni", chiariscono ancora. "L'idea era nata dal semplice fatto di affittare la nostra location, che è aperta a tutti, a un privato, che può essere italiano, straniero o di qualsiasi etnia e religione, che avrebbe poi invitato ospiti a sua scelta, in questo caso donne della medesima religione per trascorrere una giornata esclusiva”.

Il caso politico

Ma non finisce qui. Il caso deborda dai confini brianzoli e lombardi per sconfinare in tutta Italia, tra i palazzi del governo e le segreterie di partito: diventa a tutti gli effetti un caso politico. "Vittoria! Della Lega e del buonsenso", applaude la notizia dell'annullamento dell'evento Matteo Salvini. "È contro i nostri ideali".

"Era l’occasione per far incontrare donne di diverse origini, culture, pensiero e farle vivere una esperienza di divertimento insieme. Cosa toglieva al mondo questa libertà?", il commento invece della consigliera comunale milanese Sumaya Abdel Qader. "Dov'è la segregazione? Le partecipanti all’evento sono donne emancipate, con la voglia di farsi i cavoli propri ogni tanto. Le donne non hanno diritto di stare tra donne?".

E mentre la politica si accapiglia, gli organizzatori del pool party fanno sapere di non essere intenzionati a rinunciare all'iniziativa. "Ringraziamo di cuore gli onorevoli leghisti per aver contribuito alla inaspettata impennata dei nostri partecipanti", scrivono in uno degli ultimi post. "La piscina senza uomini fa paura alla Lega. Complimenti per aver distolto l'opinione pubblica dai veri problemi del paese, per concentrarla su qualche decina di donne che andrà a nuotare". E annuncia, sibillina: "La festa si farà. In shaa Allah".

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