Perché è impossibile vaccinare tutti i lombardi entro giugno
A fine giugno saremo ben lieti di stringere la mano (se lo si potrà fare) a Guido Bertolaso, se davvero saremo tutti vaccinati in Lombardia. Ma al momento sembra impossibile: il suo è più l'annuncio roboante ma irrealistico di chi è stato chiamato come il "salvatore della patria" per far tornare a correre la "locomotiva d'Italia" che in questi mesi ha rischiato di deragliare. Il "comandante" Guido Bertolaso, ex capo della Protezione civile, torna lì dove aveva realizzato la sua "astronave", quell'ospedale in Fiera al centro di molte polemiche per il suo sottoutilizzo durante prima ondata della pandemia e maggiormente utilizzato (ma drenando personale da altri ospedali) durante la seconda ondata.
Gratuitamente – "mi sono abbassato lo stipendio, anziché un euro non prenderò neanche un euro", ha detto stamane – farà il "consulente del Presidente per l’attuazione e il coordinamento del piano vaccini anti Covid della Regione Lombardia": "Sono qui per realizzare la più grande operazione di protezione civile che si sia mai organizzata in Italia", ha spiegato. Già osannato da Attilio Fontana e Letizia Moratti per la sua grande capacità, l'efficienza e la professionalità, Bertolaso si è presentato con un annuncio che avrà fatto saltare sulle sedie dieci milioni di persone: ha parlato di una "campagna massiccia di vaccinazione 24 ore al giorno 7 giorni a settimana", aggiungendo: "Se abbiamo i vaccini il traguardo di vaccinare tutta la Lombardia prima della fine di giugno è assolutamente possibile".
La possibile giustificazione per il fallimento c'è già: la mancanza di dosi
E così nella Regione partita più lentamente sui vaccini anti Covid (lentezza costata il posto all'ex assessore al Welfare Giulio Gallera), quella dove anche la campagna di vaccinazione antinfluenzale è stata costellata da problemi e ritardi, quella in cui un vero e proprio piano vaccinale, come detto oggi dalla consigliera dem Carmela Rozza, in realtà ancora non c'è, si è riaccesa una speranza. Ma il rischio, considerando anche che le "premesse sono abbastanza critiche", come ha ricordato il professor Massimo Galli, è che la speranza venga tristemente delusa. Nello stesso annuncio di Bertolaso, in quel "se abbiamo i vaccini", si nasconde d'altronde già la possibile giustificazione dell'eventuale fallimento del "piano Bertolaso": la mancanza di dosi. Il neo consulente di Palazzo Lombardia sa già che le variabili per raggiungere il suo obiettivo sono tante, e le più importanti (la disponibilità delle dosi) non dipendono né dalla Lombardia, né dal governo. Così come già sa che le dosi ordinate (anche dei vaccini non ancora approvati), consentirebbero di vaccinare solo il 77 per cento della popolazione: nel piano aggiornato del Ministero della Salute le dosi stimate per tutta Italia entro il secondo trimestre del 2021 sono 77,4 milioni, a cui vanno tolte naturalmente le doppie dosi (che servono per tutti i vaccini, tranne quello Johnson&Johnson) e quelle di vaccini non ancora approvati (CureVac, Johnson&Johnson e Sanofi-Gsk).
Bertolaso guarda all'Inghilterra: ma il confronto finora è impietoso
Ma allora perché illudere i lombardi, rischiando di esporli all'ennesima frustrazione? "Sono ottimista e penso che a febbraio e marzo ci potranno essere ancora criticità, ma da aprile in poi saremo inondati da dosi di vaccini", risponde Bertolaso. Ma anche se dovesse arrivare la "pioggia di vaccini" auspicata, ricordiamo noi, ci sarà da fare i conti con i problemi atavici della sanità lombarda (e non solo), come la mancanza di personale per somministrare le dosi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. E ci sarà da fare i conti anche con un sistema organizzativo che finora, in Lombardia, non ha certo brillato per efficienza. Problemi che però Bertolaso sembra (o finge di) ignorare. Tanto da essersi spinto anche oltre la dichiarazione della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, che si è detta sicura di riuscire a vaccinare il 70 per cento degli europei adulti entro l'estate. A Bertolaso evidentemente i confronti non spaventano: "In Inghilterra, dall'8 dicembre a oggi hanno vaccinato 5 milioni di abitanti e per la fine di febbraio arriveranno a 15 milioni – ha detto in un'intervista a Lombardia notizie -. E noi siamo forse meno bravi degli inglesi?". Al momento, dall'alto delle poco più di 300mila dosi somministrate in Lombardia, il confronto è impietoso.