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Omicidio Jhoanna Nataly Quintanilla Valle

Perché è così difficile capire se il corpo trovato nell’Adda è di Nataly Quintanilla

Il corpo di donna recuperato nel fiume Adda è rimasto in acqua per circa un mese, circostanza che ne ha sfigurato le fattezze e che rende più difficile recuperare le impronte digitali per confrontarle con quelle di Nataly Quintanilla, la baby sitter uccisa dal compagno a Milano. Solo il test del Dna potrà chiarire con certezzza se il cadavere sia quello della 40enne.
A cura di Alice De Luca
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Nataly Quintanilla e le immagini del recupero del corpo nel fiume Adda (Foto di Chiara Daffini)
Nataly Quintanilla e le immagini del recupero del corpo nel fiume Adda (Foto di Chiara Daffini)
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Tutti gli indizi sembrano suggerirlo, ma ancora non è possibile affermare con certezza che il corpo trovato la scorsa domenica nel fiume Adda sia a tutti gli effetti quello di Nataly Quintanilla, la baby sitter salvadoregna uccisa a gennaio dal compagno Pablo Gonzales Rivas. Gli inquirenti sono ancora in attesa dei risultati del test del Dna che servirà a verificare la corrispondenza del profilo genetico tra il corpo trovato e quello della 40enne. A complicare le cose sono le condizioni del cadavere, sfigurato da un mese di permanenza in acqua: una condizione che rende più difficile anche recuperare le impronte digitali da utilizzare per il confronto.

Tanti dettagli, però, farebbero pensare che il corpo trovato nell'Adda possa essere proprio quello della baby sitter. A cominciare dalle circostanze del suo ritrovamento: a segnalarlo per primi sono stati alcuni pescatori che, poco dopo mezzogiorno di domenica scorsa, lo hanno visto affiorare in una zona del fiume compresa tra i comuni di Zelo Buon Persico e Spino d'Adda, in provincia di Lodi. Quando i vigili del fuoco, aiutati dalla squadra dei sommozzatori, l'hanno ripescato, il corpo si trovava all'interno di un borsone molto simile a quello utilizzato Rivas per trasportare il corpo della compagna.

Le fasi di recupero del corpo nell'Adda (Foto di Chiara Daffini)
Le fasi di recupero del corpo nell'Adda (Foto di Chiara Daffini)

Da un primo esame il cadavere sembrava appartenere a una donna di bassa statura le cui fattezze però erano state rese praticamente irriconoscibili dalla lunga permanenza nell'acqua. Altri elementi sono emersi oggi dall'esito dell'autopsia, effettuata dall'istituto di medicina legale di Pavia: la donna trovata nell'Adda sarebbe morta per soffocamento. Il corpo presentava segni di aggressione e lividi, ma nessuna traccia di tagli, coltellate o altre ferite da arma.

Pablo Gonzales Rivas aveva confessato agli inquirenti di avere ucciso Quintanilla nella notte tra il 24 e il 25 gennaio, spezzandole il collo per errore, durante un gioco erotico. L'uomo aveva anche raccontato di aver messo il corpo della compagna in un trolley e di averlo caricato in macchina. Il giorno dopo sarebbe poi andato con la sua auto nelle campagne attorno a Milano e avrebbe deciso di gettare il borsone, a suo dire, in un canale senz'acqua tra Cassano d'Adda e Treviglio. Proprio in queste zone si erano concentrate le ricerche dei vigili del fuoco, che però, dopo giorni di vani tentativi, avevano dovuto interrompere le operazioni. 

Gli ultimi sviluppi delle indagini sulla morte di Quintanilla hanno portato alla luce anche nuovi dettagli: gli inquirenti, in particolare, avrebbero scoperto che Rivas dopo l'omicidio e prima di abbandonare il corpo di Quintanilla nelle campagne, avrebbe chiesto a un amico di accedere a un box o una cantina nel quale nascondere il cadavere. A distanza di poche ore dalla morte della donna avrebbe poi impedito allo stesso amico di salire in casa sua, dove secondo gli investigatori sarebbe avvenuto l'omicidio.

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