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News sull'omicidio di Yana Malayko

Perché Dumitru Stratan non vuole confessare l’omicidio di Yana Malayko e impedisce di ritrovarne il corpo

Dumitru Stratan non vuole confessare dove ha nascosto il corpo di Yana Malayko perché per lui è innanzitutto una sfida con se stesso. E questo confermerebbe anche la premeditazione dell’omicidio.
A cura di Anna Vagli
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Perché certi uomini uccidono le loro ex partner? Perché nell’universo nel quale vivono percepiscono l’omicidio come supremo atto di potere. Un potere capace di decidere della vita e della morte di coloro con le quali hanno trascorso una fetta più o meno significativa della loro vita. Un carico emotivo coincidente con l'estrema impotenza.

L’ho uccisa come lei ha ucciso me” è evidente, anche dalle parole di Dumitru Stratansi, (presunto) assassino di Yana Malayko, come la furia omicida maschile si alimenti di un vittimismo aggressivo. Un uomo, come gli altri che si macchiano dello stesso delitto, mosso da tendenze primitive e da spinte contraddittorie che tendono tutte alla distruzione.

Quasi come se il femminicidio, la cui consumazione campeggia ripetutamente le pagine della cronaca, fosse ormai divenuto un gesto imitativo. Un modello da seguire, orrendamente, assurdamente. Un’azione imposta nell’immaginario, nel ventaglio di comportamenti e possibilità.

La fine della relazione per volere della ex partner viene concepita come un oltraggio alla loro mascolinità. Come un intollerabile capovolgimento dei ruoli di genere.

Mi faceva le corna. E non poteva mettersi con uno della nostra compagnia”. Parole agghiaccianti. In gergo tecnico, si parla di istinto della distruzione. Dumitru ha inveito nei confronti della ex fidanzata perché non accettava di perdere il dominio ed il controllo su di lei e sulla sua vita.

La vita di Yana, nella sua visione distorta, era dunque solo un mezzo per riempire i suoi bisogni e il suo ego. Avrebbe quindi ritenuto di dover punire Yana e di avere tutto il diritto di farlo. Se lo sarebbe meritata perché aveva intrapreso una nuova relazione con un membro della loro stessa comitiva.

La personalità di Dumitru Stratan è indubbiamente connotata da spiccati tratti narcisistici. Un uomo totalmente incapace di provare empatia e avverso alla mortificazione. E che, anziché comprendere ciò che non funzionava nella sua vita, avrebbe deciso di eliminare quella che era ormai diventata la principale fonte di frustrazione.

L'idea di uccidere la ex si sarebbe insinuata in maniera graduale nella sua mente presentandosi così come criticamente fisiologica. L’unica strada maestra capace di azzerare le infinite opzioni a disposizione. L'unico modo per riappropriarsi dell'identità perduta.

Per tale ragione avrebbe adescato Yana in una trappola. L'avrebbe convinta a raggiungerla nella sua abitazione perché il loro cane, che abitava ancora con lui, stava male. Ma sarei stato solo un pretesto prima per sentirla e poi per ucciderla.

L'uomo ha addirittura manomesso l'impianto delle telecamere interne, probabilmente per evitare che venisse filmato il presunto omicidio. Yana si era accorta che l'apparecchio era scollegato, ma aveva tranquillizzato l'attuale fidanzato dandogli la buonanotte.

Il fatto che il corpo non si trovi potrebbe confermare anche la premeditazione dell’omicidio. Difficilmente Dumitru confesserà mai dove ha occultato il corpo di Yana. Non lo farà come ennesimo gesto di sfida nei confronti non solo degli investigatori, ma anche di sé stesso.

Ucciderla era l’unica soluzione e farne ritrovare i resti sarebbe come ammettere di provare un qualche rimorso o ripensamento. Al contrario, invece, eliminarla per lui è stata una liberazione. E per il tipo di movente e l'atteggiamento tenuto sino ad oggi sarebbe difficile credere il contrario.

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Dottoressa Anna Vagli, giurista, criminologa forense, giornalista- pubblicista, esperta in psicologia investigativa, sopralluogo tecnico sulla scena del crimine e criminal profiling. Certificata come esperta in neuroscienze applicate presso l’Harvard University. Direttore scientifico master in criminologia in partnership con Studio Cataldi e Formazione Giuridica
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