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Perché ci sarà un nuovo processo per Ciro Di Maio, accusato di aver comprato la droga dello stupro

È stato chiesto il giudizio immediato per l’attore e conduttore Ciro di Maio, il 48enne, che era stato arrestato nel 2020 dopo che era stato intercettato un pacco sospetto inviato dalla Cina e arrivato alla Cargo City di Malpensa. All’interno era stata trovata droga dello stupro. Per questo caso era già stato condannato, ma la sentenza era stata annullata. Da qui, il nuovo processo.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nella giornata di oggi, lunedì 16 ottobre, è emerso che la sostituta procuratrice di Milano Bianca Maria Baj Maccario ha chiesto il giudizio immediato per l'attore e conduttore Ciro di Maio. Il 48enne, che negli anni Novanta era diventato noto per essre uno dei "Carramba boys", era stato arrestato nel 2020 dopo che la Guardia di Finanza di Varese aveva intercettato un pacco sospetto inviato dalla Cina e arrivato alla Cargo City di Malpensa. All'interno era stata trovata droga dello stupro.

Perché bisognerà rifare il processo

Come spiegato e precisato a Fanpage.it, per questo caso Di Maio era già stato condannato. Era però stata impugnata la sentenza davanti alla Corte d'Appello. I giudici hanno poi annullato il verdetto emesso in primo grado perché sono state accolte le eccezioni preliminari dell'avvocato dell'epoca. Per questo motivo bisognerà rifare il processo. Da qui, quindi, la richiesta di giudizio immediato da parte della Procura.

Ciro Di Mario era già stato condannato per lo stesso reato

L'uomo è già stato condannato per lo stesso reato. Il 24 agosto 2021, infatti, era stato arrestato dopo che era stato trovato un altro pacco che conteneva tre litri di droga dello stupro e che era stato spedito dall'Olanda. In questo caso è stato condannato a un anno e quattro mesi.

Autorizzati dall'autorità giudiziaria di Busto Arsizio, i militari in incognito e a distanza hanno seguito la spedizione fino alla consegna che è avvenuta a Milano. Dagli approfondimenti è emerso che acquistava la droga in rete che pagava poi con criptovalute Bitcoin. Le Fiamme Gialle di Varese hanno così impedito che venissero distribuiti tre litri di droga, dalla quale si sarebbero potuti avere tremila dosi e un profitto di almeno trentamila euro.

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