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Caso Chiara Ferragni

Perché Chiara Ferragni potrebbe procedere legalmente contro altri brand che l’hanno abbandonata, oltre a Pigna

Non solo Pigna. La Fenice, società licenziante dei marchi Chiara Ferragni, sta facendo tutte le considerazioni del caso per valutare se procedere anche contro altri brand che si sono allontanati dall’imprenditrice.
A cura di Giorgia Venturini
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Potrebbe non essere l'unica azione legale quella contro Pigna. La Fenice, società licenziante dei marchi Chiara Ferragni, sta facendo tutte le considerazioni del caso per valutare se procedere anche contro altri brand che si sono allontanati dall'imprenditrice digitale dopo che nei suoi confronti è stato aperto un fascicolo per truffa aggravata.

Alla fine del comunicato stampa dello scorso 4 febbraio diffuso da Fenice si legge: "Analoghe iniziative di tutela verranno prese nei confronti dei soggetti che abbiano messo in atto comportamenti in violazione dei contratti di collaborazione in essere e pertanto degli interessi di Fenice". Cosa succederà ora resta un mistero. Nulla è stato ancora reso noto, ma stando a fonti di Fanpage.it ci sono aziende che hanno agito correttamente anche sulla procedura dei fini rapporti e altre invece "un po' meno".

Al momento però è accertato solo che al vaglio degli avvocati di Chiara Ferragni, i legali Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, c'è il caso Pigna. E perché solo Pigna ha "meritato" l'attenzione legale di Fenice che si "riserva di agire nelle sedi più opportune a tutela dei propri interessi"?

Perché la società di Chiara Ferragni ha deciso di agire contro Pigna

Un'attenzione particolare è stata riservata a Pigna perché, secondo lo staff di Ferragni, non avrebbe agito correttamente quando ha comunicato la fine della collaborazione. Nel dettaglio – come spiegato nel comunicato di settimana scorsa – Fenice "contesta la violazione da parte di Pigna del contratto in essere e la legittimità della unilaterale interruzione dei rapporti commerciali da parte di Pigna".

In altre parole l'azienda di cancelleria avrebbe invocato il suo codice etico per stracciare il contratto tra le due società. Una decisione che secondo Fenice "è stata aggravata dalla scelta di Pigna di comunicare al pubblico, prima ancora che a Fenice, la cessazione del rapporto di partnership; una scelta evidentemente strumentale e contraria al dovere di buona fede nell’esecuzione del contratto".

Ma cosa prevede il codice etico di Pigna? L'azienda ha motivato la fine dei rapporti con l'influencer specificando che il regolamento aziendale, o meglio appunto il suo codice etico, esclude la collaborazione "con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per aver assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi". Da qui la decisione dell'azienda bergamasca di gettare via il contratto dopo l'accusa di truffa per il caso del pandoro Balocco-Ferragni, delle uova di Pasqua di Dolci Preziosi e la bambola Trudi.

Eppure l'amministratore delegato Massimo Fagioli di Pigna, quando a dicembre è uscita la notizia dell'apertura delle indagine, aveva difeso l'influencer: "Collaboriamo con Chiara Ferragni da diversi anni, avendo avuto modo di apprezzarne le doti umane e imprenditoriali. La relazione commerciale tra i due brand italiani è stata proficua e soddisfacente in tutti i mercati in cui operiamo. La storia di 185 anni di Pigna, la nostra leadership e il nostro stile aziendale ci portano a guardare verso il futuro, con l’auspicio che l’attuale non facile contesto possa essere superato".

Ora le due società potrebbero scontrarsi in Tribunale.

Quali altre aziende hanno deciso di allontanarsi da Fenice e chi resta

Pigna non è che l'ultima società che ha deciso di allontanarsi da Chiara Ferragni. La prima a farlo è stata l'azienda di occhiali Safilo. Poi è stata la volta di Coca Cola, annullando anche lo spot con l'influencer che doveva andare in onda questa settimana di Sanremo. Monnalisa, il noto marchio toscano di abbigliamento per bambini, invece avrebbe comunicato che starebbe facendo delle valutazioni.

Resterebbero ancora validi i contratti tra Chiara Ferragni e Pantene, Arval Cosmetici, Nespresso, Velmar, società del gruppo specializzata in intimo e costumi. Tra 2020 e 2021 inoltre erano state siglate strette licenze con Swinger, con la gioielleria con Morellato e con Mofra, che si occupa di calzature e Nanan, specializzata in prodotti per l’infanzia.

Bisognerà capire se questi accordi procederanno regolarmente. Tutti accordi che nel 2023 avrebbero permesso a Fenice di guadagnare 71 milioni di euro e Tbs Crew, l'altra società legata all'imprenditrice, 18,9 milioni di euro.

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