Per Zangrillo le code in farmacia per i tamponi sono colpa del terrorismo di medici e giornalisti
Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale e Cardio-Toraco-Vascolare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, ci ricasca. Con un post pubblicato su Twitter il medico ha puntato il dito contro medici e giornalisti per commentare una coda, l'ennesima, fuori da una farmacia a Milano per effettuare un tampone rapido.
Zangrillo: In fila per il tampone, la morte del Paese
Zangrillo, recentemente nominato presidente del Genoa Calcio, ha scritto: "Santo Stefano, ore 10 a Milano. Duecento metri di coda per alimentare le casse delle farmacie, il terrorismo giornalistico e certificare la morte del Paese", allegando una foto in un cui una folta folla di persone attende diligentemente il proprio turno in corso Buenos Aires per essere sottoposto a tampone rapido.
Non è la prima volta che il primario di Rianimazione del San Raffaele, nonché medico personale dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è protagonista di uscite ambigue e discutibili. Già nel maggio del 2020, cessata la prima devastante ondata del contagio da Covid-19, Zangrillo aveva dichiarato: "Il virus clinicamente non esiste più". Cinque mesi dopo l'Italia si trovava in una condizione peggiore di quella primaverile, con zone arancioni e rosse e chiusure costanti, blocco della libera circolazione e in coprifuoco. La seconda ondata del contagio è stata peggiore della prima.
Zangrillo contro i media: Dicono il falso
Non è nemmeno la prima volta che Zangrillo se la prende con i media. Di recente, in merito alle notizie diffuse relative alla variante Omicron, cinque volte più contagiosa della Delta, il professore del San Raffaele aveva detto che "è colpa dei media "se la gente sta a casa, ha paura ad andare nei negozi perché è stato detto e scritto che se si va fuori si prende la variante Omicron e si muore. Invece è assolutamente falso”.