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Omicidio di Giulia Tramontano

Per la difesa Impagnatiello era amoroso con Giulia Tramontano fino all’omicidio, ma in realtà l’avvelenava

Secondo i consulenti della difesa, Alessandro Impagnatiello sarebbe stato nei confronti di Giulia sensibile ed attento fino al momento dell’omicidio. Ma le settimane prime l’imputato aveva avvelenato la compagna con veleno per topi.
A cura di Margherita Carlini
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Dalla consulenza di parte prodotta dalla difesa di Alessandro Impagnatiello, emerge dell’uomo, un quadro di personalità molto complesso che, secondo i consulenti avrebbe portato, nella mente di Impagnatiello ad un black out, scaturito dallo svelamento della doppia vita che lo stesso conduceva e che lo avrebbero condotto a commettere l’omicidio.

La suddetta consulenza viene svolta da un medico psichiatra, che si avvale dell’ausilio di una psicologa per la somministrazione del test psicodiagnostico. La metodologia utilizzata per la strutturazione del profilo personologico di Impagnatiello consterebbe di due colloqui che lo psichiatra svolge con l’imputato e della somministrazione allo stesso del test MMPI (Minnesota Multiphasic Personality Inventory), utilizzato in ambito clinico e forense per indagare alcune caratteristiche di personalità.

Secondo la ricostruzione prodotta, con specifico riferimento alla dinamica omicidiaria e ai meccanismi psicologici che la sottendono, il 27 maggio, giorno in cui Giulia Tramontano viene uccisa, A. utilizzerebbe il telefono di Impagnatiello per contattarla ed informarla della relazione in corso, da lì l’incontro tra le due donne.

Questa iniziativa di A. che sfugge al controllo di Impagnatiello fa crollare quel castello di bugie che l’uomo aveva alimentato e mantenuto per mesi producendo nello stesso uno “psicotrauma”, come viene definito nella consulenza di parte, che Impagnatiello non riuscirebbe a gestire. "I miei incubi si sono purtroppo verificati il 27 maggio, non ero più io che controllavo la situazione con Giulia e A., ma erano loro che scoprendomi mi avevano sputtanato e ridicolizzato".

Secondo i consulenti della difesa quindi, sarebbe in quei frangenti, in quel precipitare degli eventi che Impagnatiello, vedendosi smascherato, arriverebbe ad uccidere Giulia. Non pianificando e scegliendo di ucciderla, ma perché la investe patologicamente della responsabilità di tutta questa situazione.

Un gesto d’impeto quindi, improvviso, quello che viene ricostruito dai consulenti, che alleggerirebbe pertanto la posizione dell’imputato, escludendone anche la premeditazione. Giulia viene massacrata con 37 coltellate, perché nella mente del suo compagno, improvvisamente, diventa la causa di tutti i suoi mali, delle sue "disgrazie di maschio".

C’è un passaggio della consulenza che appare a mio avviso ancora più significativo. Vale la pena pertanto riportarlo integralmente. "L’esecuzione omicidiaria efferata e crudele, dominata dall’odio distruttivo del periziando nei confronti di Giulia, verso la quale Impagnatiello si sarebbe comportato, fino allo smascheramento traumatico del 27 maggio 2023 con sensibilità e attenzione amorosa".

Secondo i consulenti pertanto Impagantiello sarebbe stato nei confronti di Giulia, sensibile ed attento, fino a quel 27 maggio. Una ricostruzione, non solo dei fatti ma anche dei processi emotivi e di pensiero dell’uomo che non terrebbe conto delle risultanze investigative che peraltro vengono anche riportate a capo della suddetta consulenza, tra i capi di imputazione contestati all’uomo.

Impagnatiello infatti viene accusato, oltre che dell’omicidio di Giulia Tramontano, dell’occultamento del suo cadavere e della procurata interruzione di gravidanza, di aver avvelenato Giulia "facendo ingerire all’inconsapevole vittima del bromadiolene […] intensificando la somministrazione a partire dal marzo 2023". Un comportamento questo che mal si concilierebbe, a parere di chi scrive, con quello di un uomo e padre sensibile, amorevole e attento, come viene descritto dai consulenti.

È evidente, come spesso avviene nei contesti valutativi, che Impagnatiello cerchi di fornire un’immagine migliore di sé, proponendo una ricostruzione dei fatti che va esclusivamente a suo vantaggio, ma che viene sconfessata, oltre che da quanto emerso nel corso delle indagini anche dalle testimonianze rese (anche nel corso del processo) dalle persone coinvolte, in particolare dai familiari di Giulia e da A.

Una ricostruzione che purtroppo ci racconterebbe come Giulia fosse diventata da tempo, per Impagnatiello, un ostacolo, che pertanto andava eliminato. Non in maniera esplicita, assumendosi magari, di fronte a Giulia e alle rispettive famiglie, la responsabilità della decisione di non voler portare avanti la gravidanza e di voler interrompere la relazione con Giulia, ma subdolamente, decidendo di ucciderla giorno dopo giorno, adattando e modificando le sue azioni per il raggiungimento del suo scopo.

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Sono Psicologa Clinica, Psicoterapeuta e Criminologa Forense. Esperta di Psicologia Giuridica, Investigativa e Criminale. Esperta in violenza di genere, valutazione del rischio di recidiva e di escalation dei comportamenti maltrattanti e persecutori e di strutturazione di piani di protezione. Formatrice a livello nazionale.
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