“Per anni ho preso il treno della 5 per fare le supplenze, ora mi lasciano a casa”: il racconto di Maria
Maria (nome di fantasia) e Valentina sono due docenti triennaliste, insegnanti che hanno lavorato come supplenti all'interno delle scuole per più di tre anni. Per l'assegnazione dell'incarico è necessario essere presenti nelle graduatorie provinciali, che sono suddivise in prima e seconda fascia. Nelle prime finiscono coloro che hanno un'abilitazione in un classe di concorso, nelle seconde chi non le ha a causa del fatto che dal 2014 i percorsi abilitanti sono bloccati.
Ad agosto dello scorso anno il ministero dell'Istruzione, per poter consentire a chi era in seconda fascia di abilitarsi, ha deciso di attivare percorsi specifici. Qualche mese più tardi ha stabilito che avrebbero potuto parteciparvi solo coloro che avevano già un'abilitazione in una classe di concorso. A febbraio poi, con una nota ministeriale, ha dato la possibilità di accedervi anche a coloro che erano specializzati su sostegno. E infine ad aprile ha deciso di prevederne alcuni anche ai triennalisti.
Il problema è che mentre per chi è già abilitato e chi è specializzato su sostegno i posti sono a numero aperto, per i triennalisti sono a numero chiuso. Spesso per una singola classe di concorso sono riservati solo una decina di posti a fronte di centinaia di docenti triennalisti. Il rischio è che quindi decine di insegnanti si ritroveranno, nonostante l'esperienza di servizio, senza la possibilità di potersi abilitare e di conseguenza senza più un lavoro. Per sostenere questi docenti è nato il Coordinamento Triennalisti che ha l'intento di chiedere che anche per questi insegnanti siano previsti corsi abilitanti a numero aperto.
Tra coloro che rischiano di rimanere senza un lavoro ci sono proprio Maria e Valentina che intervistate da Fanpage.it hanno raccontato la loro storia.
"Ho iniziato a insegnare appena mi sono trasferita in Lombardia e precisamente a Varese: sono originaria della Sardegna. Sono laureata in Lingue e ho quindi deciso di presentare domanda per l'insegnamento. Nella mia regione d'origine era più complesso insegnare: le graduatorie sono infinite e infatti non mi hanno mai contattata. Ho iniziato a insegnare francese a Varese. Poi mi sono trasferita a Treviglio (Bergamo). Appena arrivata lì, sono stata contattata da una scuola di Gallarate (Varese). Ogni giorno prendevo un treno e un'autobus per raggiungere l'istituto", ha spiegato Maria.
"Subito dopo ho insegnato per tre mesi in una scuola ad Azzate (Varese): prendevo ogni giorno il treno delle 5 del mattino. Ho fatto molti sacrifici. Fortunatamente sono riuscita a inserirmi nella graduatoria di Bergamo. Ho iniziato a lavorare vicino casa: insegnavo inglese. Era il 2014 e avevo già due anni di servizio. All'epoca ho pensato che l'anno successivo avrei potuto svolgere un percorso di abilitazione. Peccato che questi sono stati bloccati proprio nel 2014: per dieci anni non è stato attivato alcun corso di questo tipo", ha proseguito la docente.
Peccato che solo nel 2023 è stato confermato che questi percorsi sarebbero stati attivati: "A dicembre sono stati pubblicati i bandi per coloro che hanno una specializzazione in sostegno o in altre classe di concorso. Per i triennalisti, dopo il decreto di aprile, stanno pubblicando adesso i primi bandi. Il problema è che ci sono pochissimi posti. Per la mia classe (inglese alle medie AB-25) in Lombardia non c'è alcuna università che ha organizzato un corso. Il più vicino è a Parma con soli dieci posti. In Lombardia, per il momento, ci sono solo sessanta posti per l'insegnamento di francese. Ho fatto richiesta per questo. Ovviamente questi percorsi hanno un costo di circa duemila euro. A settembre rischio di non avere un lavoro", ha continuato.
A settembre potrebbe rimanere senza lavoro anche Valentina: "Ho iniziato a insegnare storia e filosofia nel 2021. Sono laureata in Filosofia all'Università di Bologna. Prima lavoravo in azienda, ma dopo due anni e mezzo ho scelto di licenziarmi e iniziare a insegnare a scuola. Volevo intraprendere questa strada. Mi sono licenziata a luglio senza saper se a settembre avrei avuto un posto di lavoro: avevo un punteggio basso e inoltre la mia classe di concorso era già satura. Per fortuna è andato tutto bene".
"Mi sono iscritta al percorso abilitante per la mia classe di concorso, ma ci sono solo dieci posti. Mi sono iscritta all'Università di Verona che per me, che sono di Mantova, è più vicina. Ho anche svolto la prova scritta del concorso, ma sto ancora aspettando di sostenere l'orale. Purtroppo i posti per i percorsi abilitanti sono pochi e non è semplice accedervi soprattutto per chi come me ha pochi certificati: ho un buon voto di laurea, una certificazione di inglese e di informatica. Nessun dottorato o master. Nel frattempo ho deciso di sottoscrivere il ricorso proposto dal comitato dei triennalisti, il cui obiettivo è quello di rendere questi percorsi abilitanti a numero aperto. Corsi che, ricordo, costano duemila euro", ha proseguito Valentina.