Pensionato chiede la carità dopo essere stato derubato: “Ho scoperto amici che non pensavo di avere”
La casa è al pian terreno di uno dei palazzi scrostati di via Gigante a Milano, zona San Siro. Ma a dispetto dell'anonimia dell'edificio in cui è collocata, l'appartamento di Daniele è caldo e accogliente.
"Sono nato qui – racconta a Fanpage.it -, mia madre mi ha partorito nel letto della stanza accanto, nel '53 si usava così". Sono pochi metri quadrati, occupati per lo più da dischi, libri e pentole. Al centro della stanza principale il tavolo rotondo dove un tempo il padre di Daniele si trovava con gli amici jazzisti per giocare a carte.
"Io dormivo su quel lettino lì accanto – continua indicando un letto singolo accanto al tavolo -, mia madre si preoccupava che non dormissi abbastanza prima di scuola, ma io amavo ascoltare i discorsi dei grandi tra una partita di briscola e l'altra".
"Sono rimasto solo"
"Mi ero sposato, ma non è andata bene, continuavamo a litigare, così abbiamo deciso di separarci. Per un po' sono andato in giro per il mondo con un amico, poi lui è morto di tumore e io sono tornato in questa casa, dove viveva ancora mio padre".
"Il nostro rapporto – ricorda Daniele – non è stato facile, eravamo entrambi testardi, ma passando con lui gli ultimi anni della sua vita mi sono reso conto che mi voleva bene davvero, ci siamo raccontati tutto".
Dalla morte del papà, nel 2013, Daniele è completamente solo: "Non ho altri familiari o parenti, solo qualche amico che vedo ogni tanto e i colleghi incontrati nei tanti lavori che ho fatto".
640 euro al mese
"Ho fatto diversi lavori, non sono mai stato fermo – spiega Daniele -, ma dato che in molti casi sono stati precari, non sono riuscito a raggiungere il livello minimo di contributi e quindi ho dovuto ricorrere alla pensione sociale".
"Sono 600 euro al mese, ma – precisa – ho anche 40 euro di reddito di cittadinanza. Non saranno molti, ma mi bastano per farci una buona spesa".
"Non mi sono mai lamentato della mia condizione – ci tiene a ribadire – e appena ho potuto ho smesso di prendere i pacchi dalla Caritas, perché quelli sono per chi ha davvero bisogno".
Crolla tutto
La vita modesta eppure dignitosa e tranquilla di Daniele viene sconvolta un giorno di novembre. "Ero andato a prelevare al postamat di via Washington – ricorda -, poi mi sono fermato a bere un caffè, ho pagato e sono tornato a casa. Lì mi sono accorto che il portafoglio non c'era più".
"Avevo prelevato circa 40 euro, ma lì dentro c'erano anche la carta di credito e il pin, che mi porto appresso quando prelevo, perché non riesco a tenerlo a mente".
In nemmeno un'ora Daniele riesce a bloccare la carta, ma è già troppo tardi: "Dei 1500 euro iniziali ne erano rimasti circa 280 – dice Daniele -. Era tutto quello che avevo e senza per me era impossibile anche fare la spesa".
I risparmi per Natale
"Avevo accumulato un po' di risparmi – spiega rammaricato -, perché desideravo tanto comprare un nuovo amplificatore, visto che il mio è rotto. Ho tanti dischi, dal mio amato jazz alle band di epoca beat fino alla classica: mi innervosisco a vederli lì senza poterli ascoltare".
La notizia della sventura di Daniele, però, inizia a diffondersi e in tanti si offrono di dargli una mano: "I ragazzi qui del cortile mi hanno fatto la spesa, per esempio".
"Un giorno un signore mai visto prima mi ha suonato al citofono, aveva letto di me sul giornale e, dicendomi che mi capiva perché era successo anche a lui, mi ha messo in mano cento euro. Non riuscivo a parlare per l'emozione".
Gli amici del rugby
"Da giovane – ricorda Daniele – giocavo nel Chicken rugby Milano. Ero in serie C, non pensavamo tanto alla competizione e al campionato, ma c'era un bell'ambiente, mi sono sempre trovato bene lì".
"Gli ex rugbisti sono personaggi strani, ma dalla grande generosità", dice commuovendosi. E infatti una grande sorpresa è arrivata proprio dai vecchi amici di allora.
"Non li vedo spesso, in genere facciamo una rimpatriata una volta all'anno – spiega -, ma sanno che ho bisogno e allora qualche volta mi chiamano per fare dei lavoretti".
"Giusto ieri – continua – mi hanno telefonato, sono andato da loro ma non c'era alcun lavoretto da fare. Uno mi ha preso in un angolo, mi ha dato una busta e mi ha detto: ‘Tieni, abbiamo fatto una raccoltina per te'".
"Ho scoperto di avere degli amici che non credevo proprio di avere più ed è una sensazione bellissima, molto più forte del dispiacere per aver perso quel poco che avevo".