Pedrengo, resta in carcere la donna che ha ucciso a martellate il cugino
Resta in carcere Eliana Mascheretti arrestata domenica 20 dicembre a Pedrengo, in provincia di Bergamo, con l'accusa di aver ucciso il cugino a martellate in una villetta in via Camozzi. La donna, 61 anni, si sarebbe pentita subito del gesto e avrebbe cercato di aiutare l'uomo di 73 anni tamponandogli le ferite e dandogli un antidolorifico. Il professore in pensione di lettere però non è sopravvissuto ed è morto subito dopo.
Si attende l'autopsia
Adesso la donna, ingegnere in una ditta di Grassobbio, è accusata di omicidio preterintenzionale. L'accusa è stata confermata dal giudice Massimiliano Magliacani dopo l'interrogatorio svolto ieri, giovedì 24 dicembre dove la donna avrebbe confermato la versione data agli inquirenti: l'efferato gesto sarebbe stato dovuto a una lite. La 61enne ha però affermato che non avrebbe voluto uccidere il cugino. Al momento si attende comunque l'esito dell'autopsia sul corpo dell'uomo.
Il gesto dovuto a una lite per motivi famigliari
I due vivevano insieme dal 2015 ed entrambi non avevano coniugi. Stando a una prima ricostruzione, i cugini avrebbero iniziato a litigare per motivi famigliari. La discussione sarebbe degenerata quando la donna avrebbe impugnato un martello e avrebbe iniziato a colpire il 73enne. La stessa avrebbe cercato di aiutarlo e avrebbe chiamato anche i soccorsi. Una volta giunti sul luogo, i sanitari del 118 non hanno potuto far altro che constatare il decesso. La causa della morte potrebbe essere dovuta a un'emorragia interna provocata dalla fratture di alcune costole. Oltre alle lesioni trovate sulla nuca, ve ne sono altre in diverse parti del corpo.