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Pazienti dirottati dai centralinisti verso gli ospedali privati: l’inchiesta potrebbe allargarsi

Gli operatori telefonici di MultiMedica cercavano di convincere i pazienti che chiamavano per ottenere una visita con il Servizio Sanitario Regionale a rivolgersi al servizio a pagamento: in caso di successo, ricevevano un premio in denaro.
A cura di Francesca Del Boca
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Convincere un paziente a rivolgersi alla sanità privata comportava un premio per i dipendenti del call center dell'ospedale accreditato al Servizio Sanitario Regionale MultiMedica. Lo aveva denunciato una dipendente del centro al programma 37e2 di Radio Popolare, condotto da Vittorio Agnoletto, e confermato la stessa struttura.

E adesso Medicina Democratica vuole vederci chiaro, facendo formale richiesta di accesso agli atti amministrativi della società: in cosa consisteva il premio aggiuntivo concesso agli operatori telefonici che proponevano prestazioni private a pagamento ai pazienti che hanno contattato MultiMedica per ottenere una visita nel pubblico?  "Vogliamo capire anche se l'indagine riguarderà eventuali altre strutture sanitarie private", ha detto il presidente nazionale Marco Caldiroli. "E se ci saranno interventi sanzionatori".

Lo sconto di benvenuto per passare dal pubblico al privato

Ma come funzionava lo schema? La storia è nota: gli operatori del call center di MultiMedica proponevano una prestazione privata a pagamento ai cittadini che, avendo contattato l'ospedale per avere una visita con il Servizio Sanitario Nazionale, si sentivano rispondere che vi sarebbero state lunghe liste d’attesa, spesso di parecchi mesi, se non superiori ad un anno. Qui la proposta di passare al servizio privato, attraverso tariffe agevolate e un vero e proprio sconto di benvenuto. E quindi il successivo premio per gli operatori, in caso di successo, con un accredito sullo stipendio.

"Proporre visite private fa comodo alla Regione"

"Questo comportamento porta a tre guadagni: uno per l'azienda accreditata, perché privatamente incassa di più che con il rimborso, uno anche se piccolo per l'operatrice del call center e uno per la Regione", le parole di Vittorio Agnoletto, medico, docente universitario e attivista di Medicina Democratica, a Fanpage.it. "Non erogando quelle visite attraverso il servizio sanitario, non deve poi pagare i rimborsi all'azienda privata. Insomma, per la Regione è un rimborso guadagnatoAlla fine dei conti chi ci perde è il cittadino".

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