Pavia, si fingevano carabinieri per rapinare ville: sequestrati 2,5 milioni di euro al capobanda
Varrebbero oltre due milioni e mezzo di euro i dodici immobili e i diversi terreni in provincia di Asti, Alessandria, Savona e Pavia, sequestrati a un uomo autore di una decina di furti e rapine in villa, tanti dei quali commessi in provincia di Pavia. L'uomo, secondo il personale della Direzione investigativa antimafia di Milano e i carabinieri del Comando provinciale di Pavia che questa mattina hanno eseguito un decreto emesso dal tribunale di Torino, era a capo di un’associazione a delinquere composta da soggetti di etnia sinti. Il modus operandi era sempre lo stesso: facevano credere ai proprietari della villa, quasi sempre soggetti appartenenti alle "fasce deboli", di essere carabinieri con tanto di falsi segni distintivi, come tesserini, placche e lampeggianti. Così ingannavano le vittime che li accoglievano in casa: una volta dentro l'associazione criminale riusciva a impossessarsi, oltre che del denaro contante, di gioielli, orologi di pregio, autovetture, armi e beni di consumo elettronici di notevole valore.
Il capo dell'organizzazione era già stato condannato in via definitiva per più reati contro il patrimonio
Il capo del gruppo, un 58enne nomade, nullafacente e residente ad Asti, era stato già arrestato nel 2015 e già stato condannato in via definiva per più reati contro il patrimonio commessi negli anni che va dal 1982 al 2015. Il 58enne non aveva dichiarato beni immobili nel reddito per un valore complessivo di oltre 2 milioni e mezzo di euro. E questa mattina è scattata nei confronti del capo della banda la misura di prevenzione patrimoniale che ha portato al sequestro di immobili in giro per la Lombardia.